Molto tempo prima che  accadesse quello che mi ha portato nella mia condizione attuale, in modi per me  tuttora inspiegabili, persone ben informate sull'argomento mi avevano parlato  di una dimensione ultraterrena, una sorta di limbo, che accoglie coloro che hanno  abbandonato la terra ed attendono là che arrivi anche per loro il tempo di  vivere nuovamente in un corpo.
      
              A dire il vero, non  prestai molta attenzione a quelle parole e fu certamente un errore, perché come  ho avuto modo di imparare qui dove mi trovo tuttora la consapevolezza di quel  che si è stati e di ciò che dovrà accadere nel momento del distacco è un grande  sollievo.
        Ad ogni modo, adesso  so che esiste uno spazio che è al di là dello spazio in cui vivono gli uomini, ed  un tempo che è al di là del tempo come lo intendono gli uomini, dove tutto è  sospeso, e dove tutto non sembra mai avere una fine.
              Tutto questo l'ho  appreso dopo quella mattina di dicembre, quando fui informato dal mio avvocato  che quello stesso giorno, secondo gli accordi presi tra le parti davanti al giudice, dovevo  recarmi presso la casa di famiglia per portar via i miei effetti personali. 
      
In quella  casa, dove ero stato felice per tanti anni con mia moglie ed il nostro  bambino, non era rimasto in realtà molto che mi appartenesse, qualche libro e  qualche fotografia.
        In un primo momento  pensai di non andare, ma cambiai idea perché quella visita poteva essere  l'occasione per lasciare sotto l'albero di Natale i regali che avevo comprato  per il bambino.
        Presi i pacchetti e  mi diressi verso la macchina, che come tutte le mattine faticava a mettersi in  moto. 
      Finalmente il motore si avviò e presi la strada verso casa. 
      Mentre  guidavo gettai lo sguardo verso il cielo, che sembrava oscurarsi  progressivamente. 
      Dopo qualche minuto arrivai a destinazione.
              Attraverso il vetro  guardai in alto....era sempre più buio nonostante fosse quasi mezzogiorno.....mi  accorsi che il sole era stato completamente oscurato......pensai ad una eclisse  solare, mentre tutto intorno a me assumeva un colore grigio, quasi spento. 
      Stavo  per togliere la chiave dal cruscotto, quando per un istante calò  improvvisamente l'oscurità.
      Non durò molto, poi lentamente ritornai a vedere  quella sorta di nebbia che circondava tutto  intorno a me.
              Sarà stata l'eclisse  totale, pensai tra di me. 
      
      Scesi dalla macchina e mi avviai verso la porta della  casa. 
Aprii lentamente, pensando o sperando di trovare qualcuno che fosse  felice di rivedermi, come ai vecchi tempi. 
      Ma non c'era nessuno in casa. 
      Mi  diressi verso lo studio ed aprii il cassetto della mia scrivania. 
      Lì conservavo  tutte le foto più care. 
      Le presi in mano e cominciai a guardarle, una per una, e  nel frattempo sorridevo perché mi ricordavano quanto ero stato felice e quanto  erano belli mia moglie ed il mio bambino.
              Persino io sembravo  bello in quelle foto,o forse era l'effetto della felicità.
              Non ricordavo nemmeno  più come e dove ci eravamo persi, come era potuto accadere a noi.
        Attraverso la  finestra dello studio vidi una luce.....era il sole, che sembrava avere avuto  la meglio sul buio, o che forse mi voleva dire di uscire fuori nel cortile ........aprii  la porta che si affacciava fuori e vidi sul prato, intenti a giocare, mia moglie  con il bambino. 
Lei alzò la testa e mi fece cenno di avvicinarmi, con un sorriso.   
      "Papà,guarda......" disse mio  figlio quando mi vide, indicandomi una automobilina. 
      Mi sedetti anch'io sul  prato...non so come accadde, ma ci ritrovammo tutti abbracciati. 
      Poi lei mi  accarezzò il volto e mi disse:"Ora devi andare.....ma torna quando  vuoi....questa è sempre casa tua......".
              Diedi un bacio sulla  testa ad entrambi e mi alzai........mi voltai per un attimo......tutti e due mi  salutarono con la mano. 
      Rientrai nello studio e presi con me le fotografie.....forse  sarebbe stato un bel Natale per tutti noi.
Chiusi la porta  dietro di me, con un mezzo sorriso...era andata meglio di quanto potessi  sperare...forse non tutto era andato perduto....poi mi ricordai d'improvviso  che avevo lasciato i pacchetti con i regali nel sedile posteriore della macchina. 
      "Che stupido!" pensai. 
      Mi diressi verso l'auto....avrei preso i  regali, sarei rientrato in silenzio e li avrei lasciati sotto l'albero.
              Mentre scendevo per  il vialetto che portava alla strada vidi con sorpresa tante persone intorno  alla mia macchina.....altre macchine la circondavano....una di queste, con i  lampeggianti accesi, era della polizia. 
      
      Pensai ad un tentativo di furto.. mi  feci largo tra le persone che erano attorno all'auto e allora vidi un uomo che stava  seduto alla guida con il capo reclinato in avanti ed il braccio sinistro che penzolava  fuori dal finestrino....forse avevano tentato di rubare l'auto e la polizia  aveva poi ucciso il ladro......mi avvicinai ancora di più, proprio mentre il  medico legale sollevava il capo dell'uomo dal volante per poggiarlo  pietosamente all'indietro. 
Non lo riconobbi subito....dopo qualche istante  realizzai che quell'uomo ero io.
      "Poveretto -  disse il medico rivolto ad un poliziotto che gli stava accanto -" 
      "Con tutta probabilità è morto all'istante, non appena si è fermato con l'auto. Non  ha avuto nemmeno il tempo di uscire e chiedere aiuto.....perlomeno non deve essersene  nemmeno accorto.....non ha sofferto..... " E scosse la testa.
              Il poliziotto annuì  "Guarda cosa c'era nel sedile posteriore.....dei regali di Natale...forse  erano per suo figlio....va a sapere......ed adesso chi glielo va a dire ?"
              Non sentii altro, perché  si fece di nuovo tutto buio......