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I Tarocchi - La Luna
(15/12/2011)

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La Luna

(Tarocchi di Alfredo di Prinzio)

 

Andando sempre più avanti nel lavoro di autorealizzazione, il passeggero prende coscienza della sua posizione, ma i cavalli che trainano la carrozza, sono indomiti e oppongono resistenza.

La forza di volontà, è messa a dura prova, questa volta, però, non da un estremismo energetico, come si ravvisa nella carta della Torre, bensì, circuita dalla più docile e ammaliante luce lunare.

Abbiamo un legame molto forte con la luna, perché essa rappresenta le nostre emozioni; pertanto è estremamente connessa al flusso delle maree, sia che si voglia considerare l'influenza sugli oceani, sia che si consideri tale influenza, rapportata ai liquidi del nostro corpo e alle loro oscillazioni vibratorie, quando riceviamo un'esperienza.

La vita è tutta un 'esperienza, ma a mano, a mano che si avanza nell'opera per costruire una propria coscienza ed il risveglio spirituale dell'individuo, le prove diventano più faticose.

Di fatto la conquista dell'"indipendenza", in una società che rema dalla parte diametralmente opposta, è ardua.

Osservando la lama 18 dei Tarocchi, si nota come dietro la falce lunare, splendano dei raggi che fanno presagire come la luce che la luna riflette, pur essendo flebile, è l'emanazione di un fuoco vivo sempre presente; il quale solo nel momento in cui attraversa le acque lunari, diminuisce d'intensità, ma non la sua efficacia germinativa.

L'uomo che ha lavorato su sé stesso e può definirsi un iniziato, una volta approdato alla lama della Luna, ha costruito qualcosa; infatti, le colonne del suo tempio, sono integre, come lo dimostrano le due torri, inoltre, dinnanzi a lui si apre il portale, superato il quale, egli potrà ammirare il sole che si cela dietro la falce lunare.

Costruire vuoi dire anche, essere capaci di fare, questo implica che l'azione più è proiettata verso una meta elevata, più è soggetta ad una verifica; nella carta della Luna, i due cani rappresentano l'esame da superare e ora può vincere solo la determinazione e l'imperturbabilità dell'iniziato.

Essere fermi nei propri intendimenti, non va, però, confuso, con una rigidità nell'atteggiamento, qualsiasi puntiglio, provocherebbe una cristallizzazione; infatti, ciò che la lama della Luna evidenzia, è una compostezza dei vari elementi, ognuno con la sua mansione da svolgere: le acque inferiori dello stagno, sono calme, non come quelle increspate della Ruota della Fortuna; i due cani sono solo dei guardiani e non accennano ad attaccare, le due torri sono integre e ancora, la Luna-Sole, emana una pioggia benefica, che come tante virgolette spermatfche, sembra infondere vitalità al paesaggio sottostante.

Infine, il viottolo che attraversa lo scenario e si perde all'orizzonte, è un invito all'unica strada da percorrere.

L'uomo possiede una "lunarità " che si condensa in una sostanza lattiginosa; come l'astro notturno, anche questa riflette la luce del sole, cioè l'essenza spirituale, quindi immortale, di cui essa ne è il veicolo.

Tuttavia, per far sì che la luce labile, celando i contorni delle cose, cioè la loro reale foltezza, sveli l'origine della sua lucentezza, è necessario che periadicamente avvenga un 'eclissi.

Occorre nascondere questa sostanza lunare allo sguardo dell'uomo e farla scivolare nel buio della propria interiorità, ciò che in alchimia viene definito inferi.

L'eclissi che così si produce e il cui etimo calza perfettamente con il processo alchemico che si verifica (eclissi: da laxare - allargare - sciogliere - lasciare), favorisce la dissoluzione dell'elemento stesso, che imputridendo per mezzo della digestione, permette la separazione di ciò che è necessario al corpo, quindi l'aspetto attivo, da ciò che invece deve essere scartato; procedimento analogo che in alchimia corrisponde alla separazione dello spesso dal sottile.

A suffragio di quanto esposto, vi è l'aspetto analogico del binomio: 18 e Luna.

La posizione che la lama della Luna ha nel contesto dei Tarocchi, è la diciottesima.

E' interessante come questo numero abbia una duplice valenza; la prima di carattere aggettivo, riferita all'andamento astronomico delle eclissi solari e lunari, che si verifìcano periadicamente ogni diciotto anni.

La seconda è un'interpretazione cabalistica, che assegna al 18, un valore numerico corrispondente alla parola NAY, che significa vivo.

Tutto questo, non per fare dell 'inutile erudiziene, quanto per dimostrare ancora una volta che i fenomeni celesti, visti nella totalità del macrocosmo, fanno da modello anche alla singolarità del microcosmo.

Volendo riconoscere in quest'ultima la creatura uomo-donna, si osserva come la ciclicità 18, si riduca a 9, comunque suo multiplo e come ciò che si oscura, in questo caso l'astro lunare, per l'uomo ha il significato simbolico del 18, cioè " qualcosa di vivo ".


Simeon        

 
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