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I Tarocchi - La Forza
(20/01/2011)

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La Forza

(Tarocchi di Alfredo di Prinzio)

Alla Forza è sempre stata abbinata la potenza muscolare e nei miti è associata quasi totalmente alle figure maschili: Ercole, Sansone, Golia, ecc.

Ciò che affascina invece nella lama numero 11 dei Tarocchi, è la presenza della Dama che con i suoi movimenti morbidi e delicati, riesce ad aprire la fauci del leone.

La sua postura, gli abiti, il cappello, sono solo l'aspetto esteriore della regalità che sembra avvolgerla, ma che in realtà è il risultato dell'attivazione del fuoco inferiore, incoraggiata dall'Eremita e evidenziata nella sua applicazione pratica dalla Ruota della Fortuna.

Il suo sguardo socchiuso e vagamente pensieroso, è rivolto al leone, simbolo per antonomasia di potenza, di vigore, ma anche di regalità se lo si inserisce nel suo contesto naturale, dove domina sulle altre specie.

E' interessante notare il particolare della lingua, la cui forma ondulata, evoca una fiamma che dolcemente si accosta alla mano femminile come se la belva fosse stata resa innocua proprio per mezzo della domatura della sua stessa essenza: "il fuoco che anima ogni creatura ".

Analogamente, l'estrapolazione di questo fuoco intimo, viene collocato, prima dalla saggezza dell'Eremita (fuoco di Philos), poi con l'operatività della Forza (fuoco di Eros), nel cuore dove diventa fuoco d'Agape o fuoco d' amore e qui vi trova la sua massima esaltazione.

Queste allegorie, hanno una risultante sostanziale e riscontrabile, per ogni essere umano, a patto però, che si parta da una visione naturale delle cose.

Dell'amore, per esempio, se ne fa un gran parlare, si riempiono sale e i seminari sull'argomento sono numerosi; tuttavia, quasi mai si riesce ad identificare cosa sia l'amore.

Il più delle volte, infatti, si disquisisce dei suoi effetti e mai della sua natura.

Ecco perciò che se ne ha un'idea, di qualcosa di impalpabile, estremamente aeriforme, per cui quando si accenna al vero amore, sembra un utopia poterlo realizzare o incontrare.

E' strano che l'uomo moderno, razionale, analitico, così attento alla sperimentazione scientifica, non abbia saputo scoprire le radici di questo sentimento, che va ben al di là del rapporto affettivo che si instaura tra due persone.

Nella lama della Forza, però, il leone e la vergine, suggeriscono qualcosa.

Innanzi tutto le due figure si compenetrano e non essendo distinte e separate, è come se l'atto istintuale della belva, fosse ammansito da un'energia più sottile (la vergine) che non è estranea a quella più grezza e animale del leone, ma è solo stata trasmutata.

La vergine è il mercurio che trasforma sé stesso attraverso sé stesso.

Da ciò se ne deduce che l'istintività è alla base di qualsiasi atto per mezzo del quale si crea un calore, che come "il fuoco" genera azioni e reazioni nell 'essere umano.

Questa energia è plasmabile e soggetta a metamorfosi, una volta che si è appreso il segreto della Ruota della Fortuna.

Ecco pertanto spiegata la presenza della vergine che ha unito le due polarità, Vir-gine, separando lo spesso della materia grezza dal sottile, esaltando la parte più spirituale in essa contenuta.

Le possibilità di emancipazione dell'uomo sono infinite, ma occorre che egli si decida a porsi di fronte a sé stesso, per capire come funziona, cercando di realizzare, una volta per tutte, e questo è auspicabile per questa nuova era, che la differenza sempre fatta fra materia e spirito, tra istinto e amore, è fallace, perché ogni cosa nasce sempre da un germe primigenio, che detiene in sé tutta la memoria del risultato finale.

Basta attivarlo.

Pertanto la corona posta sul cappello della vergine della Forza, non è conquistabile senza aver prima sondato, diviso, riorganizzato, l'impetuosità degli appetiti del "leone interiore".

Simeon        

 
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