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Ama e fa ciņ che vuoi
(20/03/2009)

Documento senza titolo

 

(Dilige et quod vis fac)

Il sangue non domanda quello che ha saputo.
Le carni si dimenano ammettendo un perdono che non concluderà.
Il rito si inizia al deserto circoscritto di una promessa.
Levo le vesti dell’ orrida prigionia.
Chiedi e ti sarà dato.
La mia testa rimbomba suoni smisurati.
Spazi acuti distraggono la malattia.
Io non voglio lasciare quello che ho trovato. (Gesù è condannato a morte)

Il calvario inizia nell’abbandono della presenza.
Le unghie sono logore come la sabbia che calpesto.
Sgretolo i ricordi
E’ nuova memoria di me. (Gesù è caricato della croce )

Cado in amore
e come uno sconosciuto le parole non formano
sillabe sciolte.
Che cos’è che frantuma le mie ossa al battito del cuore?
Ho conosciuto un’estasi piena
L’attimo è coinciso col tempo scandito
La musica mi ha reso danza.
Fuoco e acqua si lasciano il passo a vicenda
Quasi non credo che la Bellezza è tutta qua.

Maestosa e semplice mi sceglie per il suo volere
Una spirale di fango punisce il mio ardore.
Scivolo col peso
affosso il cranio e ho cristalli negli occhi
le orecchie non sentono.
Ora ho paura.
Dubito nella coscienza di me;
Il carico diventa cemento fermo e quadrato.
Affondo negli incubi distratti del cervello che pensa;
le catene ai piedi le ha messe il cervello che cede nel dubbio. (Gesù cade per la prima volta)

Incontro un uomo
Di dolcezze e talenti ne è padrone. (Gesù incontra sua Madre)

Piange perché la figlia soffre
La figlia è cinta d’un abbraccio importante
Rinnovo il canto trasmesso  (Simone di Cirene porta la croce di Gesù)

E lei arriva con docile passo
Viene a tergere la bocca secca di dolore. (La Veronica asciuga il volto di Gesù)

Non impone forza che disturba.
E’ una lenta agonia di ritorno
Le membra pesano sul terreno fermo
Le caviglie tagliano forme solide
E le stelle chiedono il mio perdono (Gesù cade per la seconda volta)

Cosa mi trafigge lo stomaco
ancora prima che tutto sia asciutto attorno a me?
Quali demoni seducono le mie ingenuità?
Perché sento l’abbandono pure quando
voi tutti mi guardate d’amore? (Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme)

Lascia che i ragni
cadano via portando con loro
le ossessioni dei trascorsi. (Gesù cade a terra per la terza volta)

Stringimi.
Tre volte tre.
Strappo le carni
rimaste a vestire le mie geometrie.
Convesso, reclino il collo
Aceto e fiele bagnano le ferite salate della bocca.
E tu
Stringimi. (Gesù è spogliato delle vesti e abbeverato di aceto e fiele)

Estasi piena (Gesù è inchiodato sulla croce)

Trema il mio stupore (Gesù muore sulla croce)

Nella Verità. (Gesù è deposto dalla croce)

 

Isis Hor

 

 
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