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I Sette Principi Ermetici
(20/10/2009)

uomo

L’antica compilazione dei fondamenti dell’Ermetismo tramandata da maestro a scolaro, prese il nome di « KYBALION» termine di cui si è perso l’esatto significato.
I suoi precetti, trasmessi oralmente attraverso i secoli, non sono altro che una raccolta di massime, incomprensibili alle masse, e chiari solo a quegli studiosi cui erano stati spiegati dagli iniziati. Essi costituiscono « L’Arte dell’Alchimia Ermetica » che contrariamente a quel che si crede, si volge al piano mentale e non a quello materiale, alla trasposizione delle onde mentali in altre specie di vibrazioni e non alla trasmutazione da un metallo ad un altro. Così la famosa leggenda della « Pietra filosofale » con cui si tramutano i metalli in oro, non è altro che una allegoria ben chiara ai veri studiosi di ermetismo.

 

« I principi ermetici sono sette. Colui che ne ha conoscenza possiede la chiave magica con la quale si aprono tutte le porte del tempio ».

IL «KYBALION»

 

Questi sono i 7 principi su cui si basa tutta la filosofia ermetica:

I°  Il principio del Mentalismo
2°  » della corrispondenza
3°  » delle vibrazioni
4°  » della polarità
5°  » del ritmo
6°  » di causa ed effetto
7°  » del genere

 

I - IL PRINCIPIO DEL MENTALISMO

« Tutto è mente - L’Universo è mentale »

IL « KYBALION »

 

Secondo questo principio, il TUTTO, ovvero quella realtà esistenziale che sta alla base di ogni manifestazione esterna, generalmente definita col nome di « Fenomeno vitale », « materia », «energia »; insomma, tutto ciò che percepiamo coi sensi materiali, non è altro che SPIRITO INCONOSCIBILE che sebbene non definibile, può essere considerato come MENTE UNIVERSALE, VIVENTE ed INFINITA. Tutto l’universo quindi, non è che una creazione mentale del TUTTO, soggetto alle sue leggi.
E sia globalmente che in ogni singola parte, questa creazione, di cui noi facciamo parte, esiste nella mente del TUTTO.
Grazie a questo principio ci si possono spiegare tutti quei fenomeni psichici che tanto scalpore suscitano nell’uomo pur restando sempre al di fuori del campo della scienza.
Comprenderlo significa rendersi capaci di usare le leggi dell’Universo mentale a proprio vantaggio, difendendosi dal pericolo di usarle in maniera causale. Grazie a questa prima chiave del sapere, lo studioso può entrare nel tempio della conoscenza mentale con passo sicuro, essa infatti spiega la natura profonda della « forza », dell’« energia », della « materia » e la loro relazione con la « mente ». Scrisse infatti uno dei Grandi Maestri: « chi afferra l’essenza della natura mentale dell’universo è assai progredito sul sentiero della capienza ».
E possiamo considerare questa massima ancora valida; perché senza questo primo principio, invano si tentano le Porte del Tempio.

 

II - IL PRINCIPIO DI CORRISPONDENZA

« Com’è al di sopra, così è al di sotto; com’è sotto, così è sopra ».

IL «KYBALION»

 

Tra le leggi e i fenomeni dei diversi piani di vita, c’è sempre una corrispondenza.
Comprendere questa regola, significa risolvere molti dei tanti paradossi e dei segreti della natura.
Anche se al di sopra della nostra portata vi sono molti piani d’essere: con l’applicazione di questo principio della corrispondenza, ne possiamo scoprire molti lati che altrimenti rimarrebbero oscuri. Inoltre, essendo questa una legge universale, essa vale su tutti i piani: materiale, mentale e spirituale.
La sua importanza presso gli ermetisti era tale, da essere considerata uno dei mezzi mentali più efficaci per l’eliminazione degli ostacoli che impedivano al nostro sguardo di infrangere i muri del mistero.
Grazie alla sua applicazione, si riuscì ad intravedere il volto dell’egizia Iside e si imparò a passare con intelligenza dal noto all’ignoto; un po’ come accade con i principi geometrici, in base ai quali si possono misurare, da lontano le dimensioni, di stanze e movimenti di soli e pianeti.
Con lo studio della monade, l’ermetista comprende l’arcangelo.

 

III- IL PRINCIPIO DELLA VIBRAZIONE

«Tutto si muove, tutto vibra; niente è in quiete».

IL «KYBALION »

 

Gli enunciati di questo principio, che vengono sempre più confermati dalla scienza moderna e dalle sue ricerche, erano già conosciuti, migliaia di anni fa, dai maestri dell’antico Egitto. Con esso sono spiegabili le divergenze tra le varie manifestazioni della materia, dell’energia, della mente ed anche dello spirito; tutte riconducibili ai diversi « quanta» di vibrazione. Dunque, tutto vibra: dalle forme più rozze di materia al TUTTO, lo spirito assoluto; più è alta la vibrazione, tanto più elevata la posizione sulla scala della spiritualità.
Lo Spirito poi, vibra così intensamente, che sembra in pieno riposo, proprio come una ruota gira, a volte, tanto velocemente, da sembrare ferma.
Allo stesso modo all’altro capo della scala, stanno forme di materia così rozze che le loro vibrazioni sono talmente esigue da sembrare in riposo.
Dai neutroni agli elettroni, dagli atomi alle molecole, per giungere fino ai mondi e agli universi, tutto vibra. Lo stesso discorso si può fare per l’energia e la forza, che assumono la loro denominazione proprio dai diversi gradi di vibrazione, come anche per i piani mentali dalla cui vibrazione dipendono i loro stati, ed infine sui piani spirituali.
Tenere a mente questo principio e le leggi che lo regolano, fa si che gli ermetisti possano riuscire a controllare le proprie e le altrui vibrazioni mentali. Lo stesso principio, vale poi per esercitare un certo potere sui fenomeni naturali.
«Chi comprende questa grande regola, ha in mano lo scettro della potenza»; così dice uno scrittore antico.

 

IV - IL PRINCIPIO DELLA POLARITÀ’

« Tutto è duale; tutto è polare: per ogni cosa c’è la sua coppia di opposti. Come simile e dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità e ogni paradosso può essere conciliato ».

IL «KYBALION»

 

Grazie a questo antichissimo assioma ermetico, si può avere una spiegazione per quei paradossi che, per tanto tempo, hanno tenuto in dubbio l’uomo e che possono essere così esplicati: « tesi e antitesi hanno uguale natura, ma sono diverse per grado »; o anche: « gli opposti sono identici, differendo solo di grado, cosicché possono venire conciliati e gli estremi finiscono col toccarsi. Nello stesso tempo, ogni cosa è e non è; ogni verità non è che mezza verità; tutte le verità sono per metà false, ogni cosa ha due lati », e così via.
Sono questi esempi della polarità di tutto ciò che è in natura; del fatto che gli opposti non sono altro che i due estremi della stessa cosa, ma con diverse variazioni di grado, proprio allo stesso modo in cui caldo e freddo, consistendo la loro diversità solo in differenza di grado, sono in realtà identici, sebbene opposti.
Potete forse voi, guardando il vostro termometro, scoprire dove termina il caldo e comincia il freddo?
Niente esiste di caldo o freddo « assoluto ». Sia l’uno, che l’altro termine, stanno per diversi gradi della stessa cosa, che a sua volta, non è che una variante ed un grado di vibrazione; per cui dire « caldo » o «freddo » non è altro che il riferirsi, rispettivamente, ai due poli della stessa cosa.
Anche nel caso della luce e dell’oscurità vale lo stesso discorso: esse sono uguali, consistendo la loro differenza nella diversità di grado manifestantesi tra i due estremi del fenomeno.
Chi può dire, infatti, dove termina l’oscurità ed ha inizio la luce? Quale differenza esiste tra il grande e il piccolo, o il duro e il tenero, il bianco e il nero, l’acuto e l’ottuso; il movimento e la quiete, l’alto e il basso, il negativo e il positivo?
Ognuno di questi paradossi ha la sua spiegazione nel principio di polarità e solo in esso.
Un discorso analogo può esser fatto per il piano mentale.
Ad esempio, esaminiamo l’amore e l’odio: sono questi stati mentali, a prima vista, del tutto in antitesi. Malgrado ciò, tra i vari gradi di odio e di amore, c’è un punto intermedio in cui diciamo « piacere o dispiacere », o anche né l’uno né l’altro. Per capire che ognuno di essi si riferisce alla stessa cosa, basta riflettere un attimo. Inoltre, tenetelo bene a mente, perché è questa una regola di capitale importanza per gli ermetisti, si possono cambiare le vibrazioni d’odio in quelle d’amore e viceversa, e non solo nel proprio spirito.
E’ probabile che molti fra coloro che leggono queste righe, abbiano avuto un’esperienza diretta della rapidità con cui si può passare dall’amore all’odio e da questo all’amore; essi si saranno certamente resi conto che ciò è possibile grazie all’uso della volontà, ovvero con l’ausilio di insegnamenti ermetici.
Bene e male, abbiamo detto, non sono che i poli della stessa cosa, e nessuno quanto uno studioso ermetico, è a conoscenza dell’arte di trasmutare il male in bene, in base all’applicazione del principio polare.
Per concludere, l’arte della polarizzazione, finisce col divenire una fase dell’alchimia mentale, nota e praticata da maestri antichi e attuali. Rendersi padroni di questo principio, significherà per ognuno poter invertire la propria polarità ed anche quella altrui, naturalmente dopo una lunga applicazione ed uno studio adeguato.

 

V - IL PRINCIPIO DEL RITMO

« Ogni cosa fluisce e rifluisce, ogni cosa ha fasi diverse; tutto s’alza e cade; in ogni cosa è manifesto il principio del pendolo: l’oscillazione di destra è pari a quella di sinistra: tutto si compensa nel ritmo ».

IL « KYBALION »

 

E’ questo il principio con il quale si comprende che, in ogni cosa, c’è un movimento, un moto che rifluisce, una simmetria eterna tra i due poli. Così esisterà sempre per ogni azione una reazione, per ogni innalzamento un abbassamento. Ciò vale per ogni cosa: per i pianeti, i soli, l’energia e la materia, come per gli uomini, gli animali e la mente.
La potenza di questo principio regolatore, può rinvenirsi nella creazione e nella distruzione dei mondi, nello sviluppo e nella corruzione dei popoli, ed anche negli stati mentali umani, grazie ai quali l’ermetista comprende il principio più importante e riesce a neutralizzarne gli effetti.
Ciò avviene per mezzo della legge mentale della neutralizzazione; se non si può annullare il principio o almeno arrestarlo, si può sfuggire, in parte, ai suoi effetti.
Questa é l’arte degli ermetisti: compreso il principio, imparare ad usarlo invece che subirlo.
Quindi, se l’ermetista si polarizza su un certo punto, neutralizza la forza ritmica del pendolo, che oscillando, tenderebbe condurlo all’altro polo. Se è vero che quasi tutte le persone che hanno raggiunto un certo auto-controllo, riescono ad esercitare in parte, questa funzione; il maestro lo fa volontariamente, raggiungendo quel grado di equilibrio e forza mentale, che risulta incredibile alla massa, sempre oscillante, proprio come un pendolo.
I metodi d’uso, contro-azione e neutralizzazione del principio di polarità e di quello del ritmo, formano una delle parti più importanti dell’alchimia mentale ermetica.

 

VI - IL PRINCIPIO DI CAUSA ED EFFETTO

« Ogni effetto ha la sua causa, ogni causa il suo effetto; tutto avviene in conformità di una legge, il caso è il nome dato ad una legge che non si conosce; pur se esistono diversi piani di causalità, niente sfugge alla legge ».

IL « KYBALION »

 

Esso esplica molto bene il principio secondo il quale, se per ogni causa esiste un effetto, ogni effetto ha la sua causa.
Cioè: tutto avviene secondo una legge; non esiste il caso, se ci sono diversi piani di causalità per i quali i più alti dominano gl’infimi, pur tuttavia nulla può sfuggire del tutto alla legge.
Grazie alla conoscenza dell’ermetismo, ci si può innalzare al di sopra del normale piano di causa ed effetto (almeno entro certi limiti) tanto da diventare causanti. Ben sappiamo che le masse sono condizionate dall’ambiente, tanto da essere mosse secondo gli altrui, desideri come pedine di scacchi, vinte da mille cause esterne. Ma coloro che giungono al piano superiore, riescono a dominare il proprio carattere, i propri stati d’animo, le proprie emozioni, e quindi tutto ciò che li circonda; diventando causa anziché pedina. Essi possono dire di giocare la PARTITA DELLA VITA e non di essere giocati! Essi USANO il principio, non ne sono gli attrezzi; se pure obbediscono ai piani di causalità a loro superiori, dominano sul loro. In queste parole è condensata la grande ricchezza della disciplina ermetica; chi lo può, ne approfitti.
 

VII - IL PRINCIPIO DEL GENERE

« Il genere si manifesta in ogni cosa e su tutti i piani; ogni cosa ha il suo principio maschile e femminile».

IL «KYBALION»

 

Scopriamo ora, che in ogni cosa è un genere: ovunque troviamo il maschile o il femminile. Tutto questo vale, oltre che per il piano fisico,
anche per quello mentale o spirituale.
Quanto al piano fisico, il principio ha la sua evidenza nel SESSO, mentre nei superiori, pur assumendo forme più alte, rimane invariato.
Non c’è possibilità di creazione fisica, mentale o spirituale senza l’applicazione di questo principio. Comprenderlo significa dare un raggio di luce ad argomenti fino ad ora oscuri alla maggior parte dell’umanità.
Esso opera sempre rivolto alla creazione, generazione e rigenerazione. Tutto, cose e persone, sono fondati su questo principio; ogni elemento femminile ne contiene uno maschile e viceversa.
In questo grande principio è racchiusa la chiave di gran parte dei misteri della vita.
Bisogna, a questo punto, soffermare l’attenzione sull’enorme differenza esistente tra questa legge e le basse, infamanti teorie o pratiche, che, munite di denominazioni assurde, non sono altro che la profanazione del nostro grande principio. Questi dubbi rifacimenti delle antiche forme del « fallicismo», vertono alla degenerazione dello spirito, dell’anima, del corpo, e la filosofia ermetica ha sempre cercato di aprire gli occhi sulla fallacia di tali insegnamenti, votati alla dissolutezza, alla perversione, all’inversione dei principi di natura.
Qualora foste portati per questa via, lasciate da parte la dottrina ermetica; essa non può aiutarvi;come per i puri ogni cosa è pura, per i perversi ogni cosa è tale.

 

 
 
 
 
 

 
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