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"Viva i mediocri!"
(19/09/2004)

Grigi, rettili, nordici o altro ?

 
A volte penso che è inutile la lotta per cambiare o modificare in meglio il comportamento umano. Vedo la Terra come una grande scuola di vita con un programma ricco di problemi da risolvere e superare, per imparare a "non farlo più" e modificare l'atteggiamento verso noi stessi e gli altri.
Come potremmo conoscere la pace se non sapessimo cos'è la guerra?
Come potremmo vivere la libertà se non conoscessimo la schiavitù e la sopraffazione? Perché?
Se siamo schiavi abbiamo la possibilità di diventare liberi e se siamo in guerra lotteremo con tutte le nostre forze per conseguire la pace così avremo imparato la lezione; per lo meno si suppone.

Si sa che l'uomo impara soltanto con l'esperienza del vissuto e non per sentito dire. Così abbiamo una gamma di alunni per ogni problema possibile ed ognuno, nel suo registro cellulare, racchiude l'informazione e il suo grado di esperienza, di quello che ha fatto e dovrà fare in questo pianeta e così "passare di grado". E se una vita non è sufficiente a risolvere i problemi, forse - come dicono alcuni - torneremo nuovamente fino a quando non avremo imparato a risolverli e non diventeremo "Maestri".

A questo punto l'uomo diventa un "insegnante", perché sarà un esempio di comportamento, come uomo di pace, cresciuto nella Scuola della Vita e, soprattutto, per avere imparato sulla propria pelle il giusto da fare in tutte le occasioni. Così quest' "Uomo di esperienza" potrà governare, guidare, insegnare, educare, trasmettere conoscenza, perché sa.

Che succede nell'umanità quando un uomo senza esperienza del vissuto guida una società?
Semplicemente fa vivere i propri problemi ingigantiti a tutti coloro che dirige. Perché?
Perché pensa che il suo problema sia un problema di tutti: invece è una situazione personale da superare. E' per questa ragione che l'umanità è costretta a vivere gli stessi problemi da migliaia di anni, perché il problema è sempre l'uomo: è lui che ha necessità di imparare e fare esperienza.

A volte succede che uomini già sperimentati vivano in mezzo ad un popolo che non ha vissuto quella determinata esperienza. Così quell'uomo si vede costretto a subirli una seconda volta. Ed è in questo modo che si creano grandi fughe di uomini "già sperimentati" da paesi dove si guerreggia, verso terre di pace.
L'inconveniente di base è che tutti gli uomini si credono arrivati, ossia "sanno tutto", perché generalmente pensano di aver vissuto tutto. Invece non è così. Uno sa e l'altro non sa e ognuno è sicuramente bravo e capace nella sua specialità, la quale è stata sperimentata e vissuta, ma anche qui fino ad un certo punto. Allora, cosa manca all'uomo per capire o lasciar stare quello che non capisce?
L'Umiltà!!

Ognuno dovrebbe occupare il posto che gli compete veramente; in questo modo il puzzle si potrebbe completare interamente.
Provate a mettere i pezzi di un puzzle nei posti sbagliati. Cosa accade? Sarà un caos, una confusione totale.
Nei miei pensieri, molte volte, vedo la Terra come un grande puzzle con infiniti pezzi
nei luoghi sbagliati. E perché l'uomo capisca di essere nel posto sbagliato, devono succedere catastrofi, guerre ed altri eventi negativi. Allora, una volta capito, attraverso l'esperienza del vissuto, si cambia posto al pezzo, fino a trovare quello giusto. Per poter vedere la totalità del grande puzzle della Terra, è necessario collocarsi, con l'immaginazione, fuori della sua orbita e vederla nella sua totalità.
Aver imparato il distacco aver semplicemente superato tutti, o quasi tutti, i problemi
che la scuola ti propone, significa essere un Maestro di Vita, essere un laureato nell' "Università della Vita". Allora sì che si possono applicare le conoscenze, perché si è "Uomo libero e di buoni costumi". E un uomo così può dirigere, governare, essere un giudice, un bravo giudice, essere un leader, perché sa, semplicemente perché sa. Frutto di migliaia di esperienze vissute e superate.
Date i poteri e persone inesperte e vedrete cosa vi combinano, perché si portano
appresso i loro insuperati problemi. Immaginate di mettere insieme, alla guida di qualunque situazione sociale, un gruppo di persone idealizzate e incompetenti per non aver superato i problemi; sicuramente creeranno scompiglio, drammi che andranno dal sociale all'economico ed al fallimento totale.
E' chiaro pure che trovare persone "giuste" è un caso più che raro. Allora, che si dovrebbe fare per migliorare la qualità della vita? Semplicemente, con grande umiltà e onestà, arrivare a un compromesso; non un compromesso di interessi o di parte, ma per il bene reale della comunità alla quale si appartiene e, in questo caso, all'intera Umanità.

Generalmente molti posti dirigenziali e di estrema importanza per il mondo, sono dati
ad amici, parenti, compagni di partito, così questi vanno a occupare un tassello estraneo e non proprio, creando uno shock, uno squilibrio, una disarmonia tale che va a influenzare il quadro generale. Perché? Semplicemente perché occupa un posto che non gli corrisponde, né per intelligenza, né per capacità, né tantomeno per giustizia. Ed è così nella maggioranza delle situazioni e delle strutture create dall'uomo.
Mi sembra anche che questi individui, non possedendo quei requisiti e le qualifiche
giuste, sono quelli che ci creano i più svariati problemi, che ci servono, però, per crescere e per maturare. Allora mi domando se è giusto così, come è tutto strutturato, o se in realtà dobbiamo fare qualcosa per cambiarlo. Dicevo all'inizio che la vita è una scuola e come tale ha un programma da far compiere; allora questi "maestri" ci procurano malessere perché possiamo così capire e creare benessere. Ci creano instabilità così noi, scontenti, ci stabiliremo. Ci creano problemi, così noi impareremo a risolverli. Allora? Questi incapaci, questi mediocri, questi incompiuti sono necessari come l'aria che respiriamo? Pensiamo per un momento che il puzzle sia completato definitivamente. La vita finirebbe, non ci sarebbe nessuno che ci potrebbe insegnare nulla e, non avendo problemi, noi tutti saremmo in un piano orizzontale, senza futuro e senza conoscere, insomma noia totale.
Credo che a tutto questo ci potrebbe essere una via di mezzo: consiste nel vivere ogni
problema come se fosse l'ultimo e sapere che una volta superato non si presenterà mai più.
La seconda soluzione potrebbe essere il distacco, ossia tirarsi fuori dal problema e
risolverlo senza coinvolgimento.
Credo anche che questi inconvenienti rappresentino
il sale della vita: sono le prove e le sfide che una ad una l'uomo deve vincere e superare se vuole crescere. Ed è inutile piangersi addosso e credersi vittime, perché così facendo nulla si risolve. Ogni difficoltà viene affrontata e risolta; ogni problema ed ogni prova superati e questo vale dal più piccolo al più grande. Conclusione: gli incompetenti, i mediocri, sono necessari alla nostra crescita e alla nostra maturità.
Dipende da noi saper convivere, usarli come specchio o esempio, per tenerli come modello, o il caso più giusto sarebbe crearsi il modello proprio ed unico senza, in nessuna maniera, imitarli, ma ringraziandoli, perché senza quel "male" noi non saremmo mai arrivati a conoscere il bene e "passare di grado".

"Viva i mediocri !"

 

di Alfredo di Prinzio

 
 

 
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