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Coscienza e Conoscenza
(10/08/2006)

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A tutti è capitato di dover agire "secondo coscienza", trovandoci infatti di fronte ad una decisione importante, senza essere influenzati da passioni o interessi personali, ecco che cerchiamo di comportarci secondo una serie di valori (etici, morali, ecc.) presenti in ognuno di noi, che ci guidano verso il bene o verso la scelta giusta.

Altre volte, magari la sera prima di coricarci, quando i rumori del mondo si acquietano, ci facciamo un "esame di coscienza", ripercorriamo cioè gli accadimenti della giornata o di un dato momento, esaminandoli attraverso il filtro della nostra coscienza.

Mentre, modi di dire come "avere il coraggio di guardarsi allo specchio " o "fare i conti con la propria coscienza", generalmente indicano comportamenti scorretti, avuti solitamente per proprio tornaconto e contrari all'etica, alla morale ed al senso di giustizia in genere.

La coscienza, sembra quindi essere un arbitro sempre pronto ad esaminare ogni istante della nostra vita, secondo dei valori o se preferiamo dei parametri, che nei momenti di introspezione emergono dal nostro inconscio rilevando il giusto e lo sbagliato, il bene e il male.

Per grandi linee la nostra coscienza equivale mediamente a quella della realtà sociale in cui viviamo ed in cui siamo cresciuti,c'è infatti, un senso etico e morale condiviso dalla maggior parte delle persone che formano quella comunità.

Detto questo,  e con profondo rispetto, mi permetto di citare il sommo poeta: "Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ".

La "canoscenza " di Dante era ed è probabilmente da intendersi come la conoscenza di ciò che ci circonda, e ci penetra, di ciò che è fuori e contemporaneamente dentro di noi quindi conoscenza della natura dell'uomo e dell'uomo immerso nella natura.

La conoscenza avviene per similitudine, da cui un'approfondita conoscenza di se, consente parimenti, la conoscenza del prossimo nostro simile.

Come ulteriore considerazione, possiamo riflettere sul fatto che di ciò di cui siamo composti, è composto l'universo intero, ed obbediamo alle stesse regole, ecco perché la conoscenza delle leggi che ci governano e la capacità di agire in conformità ad esse, potrebbe proiettarci verso livelli di coscienza differenti; così come i corpi celesti vengono lanciati a forte velocità verso altri sistemi stellari, quando per determinate circostanze, riescono a vincere la forza gravitazionale dell'orbe al quale sono vincolati.

Come abbiamo accennato, la nostra coscienza, frutto dell'ambiente in cui siamo cresciuti (familiare, sociale, educativo), crea in ciascuno di noi una serie di valori che filtrano ed interpretano tutti gli accadimenti della vita, producendo comportamenti e pensieri simili costantemente rinforzati e consolidati anche da una serie di messaggi multisensoriali, proposti e ripetuti fin dall'infanzia attraverso una molteplicità di mezzi, atti a creare quella uniformità (una sorta di coscienza collettiva) necessaria alla sopravvivenza del sistema/società.

Col tempo la nostra coscienza per così dire si affina, in modo direttamente proporzionale all'esperienza ed alla consapevolezza di se e del proprio ruolo di individuo nella società e nel mondo, portando, a volte, alcuni di noi, a considerare la propria coscienza (intesa principalmente come matrice interpretativa del quaternario) insufficiente a rispondere a certi "bisogni" di conoscenza: chi sono, da dove vengo, cosa ci faccio qui.

L'intensità e la frequenza di questi interrogativi, esortano ad esplorare nuovi territori, a cercare nuove fonti di conoscenza capaci di risolvere quelle domande e magari di porne di nuove, perché la ricerca del vero è un lavoro lungo, al di fuori dello spazio e del tempo, che richiede purezza d'animo e fuoco costante.

Possiamo pensare alla conoscenza come ad un'onda del mare che irrompendo sulla roccia e frantumandosi in mille spruzzi e mille rivoli, prontamente si ricongiunge alla stessa acqua che l'ha generata...conservando, però in ogni sua parte, in ogni goccia, l'essenza dell'unità (così come il seme contiene la pianta che l'ha creato).

La conoscenza quindi è una ed è ovunque come il mare, ma per comprenderla dobbiamo raggiungere la coscienza della goccia d'acqua.

Come la goccia contiene in se la conoscenza del mare, ognuno di noi contiene in se la conoscenza dell'Eterno.

Le chiavi per raggiungere questa conoscenza sono racchiuse anch'esse dentro di noi, dobbiamo solo cercarle:

CONOSCI  TE  STESSO

 

Marco Benatti

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