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Emozione e Distacco
(15/03/2005)

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Guardandoci intorno non possiamo fare a meno di osservare come il genere umano brami continuamente e in ogni occasione di dare un senso alla propria vita andando alla ricerca di “emozioni forti”, “passioni” e novità continue che eccitino la propria personalità.

L'emozione è parte dell'uomo ed è ciò che molti definiscono espressione dell'Anima.

Ma ciò non significa che anch'essa non possa degenerare nel compiacimento di se stessa.

Lo notiamo non solo nelle relazioni interpersonali, ma anche nel modo di gestire i desideri e i condizionamenti mediatici (“… niente è bello se non ci emoziona”).

A volte non è necessario andare alla ricerca di emozioni “positive”, la stessa cosa accade anche quando ci si fa prendere troppo dalla sofferenza. C'è gente che sembra volersi crogiolare (inconsciamente) in questa, senza volerne mai uscire.

Tutto il mondo corre continuamente alla ricerca di qualcosa che lo soddisfi pienamente, che lo faccia sentire vivo nel bene e nel male.

Ma non sempre è vero ciò che sembra tale.

La ricerca delle emozioni non significa la gestione delle stesse. Ma spesso il sottostare alla forza che esse esprimono.

Davanti ad un simile panorama sorge spontanea una domanda: Cos'è che rende le emozioni così importanti?

Lo sono realmente oppure, come insegnano le Vie Iniziatiche, bisogna distaccarsi da queste?

Ma così non si rischia di diventare disumani, aridi?

La risposta non è così scontata.

Ad esempio, perché lo stesso buddismo insegna il distacco dalle passioni, ma allo stesso tempo invita alla Compassione?

Cosa c'è dietro tutto questo?

Leggiamo con attenzione questo racconto:

<<Un giorno i discepoli andarono dal Maestro, lamentandosi per il fatto che un altro discepolo era scoppiato in un pianto a dirotto dopo aver appreso la notizia della morte improvvisa di sua madre, sostenendo che piangere, fosse anche per la morte della madre, significava non aver capito nulla riguardo il distacco dal mondo.
Il Maestro si rattristò e poi sentenziò con voce ferma: "Un uomo che non sa piangere, non è un uomo...".
La sorpresa si leggeva chiaramente sui volti dei discepoli e per alcuni attimi calò un silenzio di tomba. Poi il Maestro riprese a parlare, aggiungendo:
"...E a un tale uomo non andrebbero affidati incarichi di responsabilità in alcuna società, in nessuna Scuola. Né tanto meno gli dovrebbe essere affidato il ruolo di Maestro poiché il Maestro ha il compito di aiutare lo sviluppo mentale e spirituale dei suoi discepoli e non è possibile realizzare tale compito se non si ha il cuore colmo di compassione".
Seguì una pausa a questo discorso, poi il Maestro stesso scoppiò in un pianto a dirotto, condividendo il dolore del suo discepolo.>>

Come si può a questo punto parlare di distacco dalle emozioni?

Il comportamento del Maestro non è in contraddizione con quello che dovrebbe tenere un Iniziato?

Credo di no.

Prendiamo come esempio il Maestro dei maestri, il più grande degli Iniziati.

Gesù.

Gesù nel Getsemani
 

Gesù pianse quando resuscitò Lazzaro e pianse ancora nel giardino del Getsémani.

In entrambi i casi non lo fece per disperazione, ma presente a se stesso.

In Magia l'Emozione è importante quanto la Volontà.

Senza di essa non si potrebbe operare.

Gesù pianse Lazzaro per poterlo resuscitare.

Nel Getsémani comincia la Passione.

Gesù piange e suda sangue.

Emozione = azione del sangue.

Il sangue agisce perché il cuore (centro cardiaco) comincia a pulsare ad un ritmo più elevato. La vibrazione aumenta.

La passione è anche un "passaggio".

Significa attraversamento e non stazionamento.

La passione è l'attraversamento del mar rosso (sangue), l'attraversamento delle emozioni e delle condizioni vibratorie della vita, appropriandosele come esperienza senza annegarvi. Gesù attraversa il mare di sangue partendo dal cuore e ritornando al cuore, percorrendo tutto il corpo dell'Uomo, come il nostro Cristo interiore fa, quando percorre la Via.

La Passione quindi può essere attiva o passiva.

O si nuota nel sangue o si è trasportati da esso, ma in esso si può imparare a nuotare.

La compassione dell'iniziato non è il patire dell'altro, ma la comprensione dell'altro.

Comprendere è inteso come farsi Uno con l'altro.

Pathos, in greco, da cui deriva il latino "Passio", significa "affezione",  da cui "affetto".

Compassione significa quindi "con affetto", "affezione reciproca".

Il Maestro piange perché si fa uno con il discepolo che soffre: anche se lui non soffre, entra nel suo cuore, e, operando attivamente si connette sulla sua onda vibratoria , si "accorda" sulla sua frequenza, crea quindi un canale di trasmissione.

In questo modo può trasmettergli i suoi insegnamenti, aiutandolo anche a comprenderne i contenuti.

Un iniziato tutto ciò può farlo nel momento in cui ha superato "il fiume rosso" delle emozioni, ma non è detto che non possa provarle. Ognuno di noi quando ha imparato a nuotare ha continuato a tuffarsi nell'acqua del mare, pur non venendone risucchiato sul fondo.


William Blake, da Jerusalem

La Compassione (vera) credo sia più vicina ad un Maestro che all'uomo profano.

Il Maestro comprende le passioni degli altri "mangiandole" e digerendole, l'uomo profano le mangia e se ne ammala.

Solo un iniziato può quindi calarsi nel dolore senza rimanerne imprigionato poiché poi se ne distacca. 

Il distacco non prescinde dal vivere le emozioni.

Distaccarsi significa essere stati prima a contatto con la cosa da cui ci si distacca.

In Fisica, due magneti si distaccano respingendosi se la loro polarità è resa uguale.

E' importante quindi il ribaltamento della polarità (della squadra) per passare dall'attrazione al distacco.

La polarità “-” ribaltandosi diventa “+” e si distacca dalla polarità “+” dell'altro corpo magnetico a cui era attratta.

Vibrando quindi sulla stessa frequenza, senza subirla, si accorda la polarità e si compie il distacco.

Le emozioni sono un veicolo importante.

Durer - Crocifissione con Sole e Luna
 

Sono rappresentate dall'Acqua e dalla Luna, che guarda caso agisce sull'acqua come nel caso delle maree.

Come in natura, dove l'acqua è un elemento fondamentale per la vita sulla terra e per lo sviluppo stesso di tutte le sue creature, le emozioni sono importantissime per lo sviluppo dell'essere umano in quanto entità.

Ma come in natura l'eccessiva quantità di acqua può significare morte e distruzione, così accade per le emozioni che, se non accompagnate dal “Sole” della coscienza, dosate e calibrate, rischiano di annegare tutto l'essere risucchiandolo nell'oblio.

Allo stesso modo un percorso alimentato solamente dal “Sole” della ragione rischia di portare all'aridità il “terreno” su cui si lavora.

La Via iniziatica è la vera Via Crucis (la via della Croce),non intesa come patimento, ma come equilibrio tra i quattro elementi [fuoco(volontà), acqua(emozione), terra(azione) e aria(pensiero)],  risolvendoli nel quinto (giustizia).

Il Distacco è quindi riportare tutto nella Giustizia e nell'Equilibrio, nella Consapevolezza che tutto è destinato a passare da un caos primordiale ad un ordine universale in accordo col programma che è nascosto nel seme della Vita stessa.

Eleazar

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