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I Tarocchi - La Temperanza
(20/05/2011)

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La Temperanza

(Tarocchi di Alfredo di Prinzio)

 

Se la lama della Morte nella sua iconografìa taglia e separa in modo netto e definitivo, la Temperanza raccoglie e rimescola per armonizzare.

La figura che nella lama numero 14 compie quest'atto, è un angelo dalle fatltezze delicate e dal movimento estremamente armonioso, con il quale senza discontinuità del contenuto, lo travasa da un 'anfora all 'altra.

La Temperanza assume nell'iter iniziatico dei Tarocchi, la mansione di grande coordinatrice, colei che avendo attinenza con il tempo, ne gestisce la sincronicità fino a riprodurre dai frutti lasciati dalla Morte, dopo innumerevoli reiterazioni, la nuova talea di vita.

Per colui che si è auto realizzato, tale punta è rappresentata dallo sposalizio del sole con la luna o meglio i due aspetti complementari del fluido vitale.

L'assimilazione del progetto di autorigenerazione si identifica nel gioiello posto sulla fronte dell'angelo, come suprema fissazione dello ierogamo sacro, che assume una valenza androgina, asessuata come l'angelo che la detiene.

Ciò che qui si intende per asessuato, non ha nulla a che vedere con una castrazione delle naturali necessità sessuali dell'uomo o della donna, anzi tutt'altro.

Questa rappresenta allegoricamente la depurazione di ogni istinto "animale" che se pur naturale, esplica una funzione prettamente a carattere riproduttivo o di solo piacere carnale, mantenendo perciò la linfa mercuriale ad una bassa frequenza, che poca risonanza ha nel tempio dell 'uomo o della donna.

Quando però alle sensazioni puramente istintive, si vanno a sostituire quelle percettive, accade qualcosa.

Proprio per il suo significato intrinseco, la percezione prende il valore di andare al di là della barriera istintiva, tuttavia senza scavalcarla, ma attraversandola.

Questo significa che senza rinunciare a nulla di ciò che Madre Natura ha coordinato per l'essere umano, possiamo però, raffinarne la qualità.

Per ottenerlo, dobbiamo aumentare la frequenza delle nostre vibrazioni, elevandole dal comune parametro in cui oscillano.

Nella più alta, quanto più sintetica contemplazione di questa aspirazione si giunge a riunire ogni emanazione ed esaltazione della vita nel suo germe o mercurio dei filosofi; operando su questo i suoi elementi mettono le ali e si trasmutano in angeli.

Sono gli stessi angeli il cui numero per le Scritture Sacre, è ignoto, sipario di mille e diecimila; ma tutti servono il Cristo, cioè tutti servono l'energia cristica e per meglio dire, servono sé stessi per generare il Campione, l'angelo eccelso, il genio, come viene anche definita la lama della Temperanza.

Questi "esseri" sono infiniti, come all'infinito si rigenera qualitativamente, l'"acqua di fuoco" che nella magnificazione della Temperanza, non si separa più in oro e argento, ma ne congiunge le proprietà, nel flusso continuo della vita.

Colui o colei che raggiunge la Temperanza si conquista un paio d'ali che dalle caviglie di Mercurio (Dio alato), ora poste dietro la schiena, avvolgono il corpo, come segno simbolico dell'innalzamento dell 'energia vitale e della coscienza che si espande e incomincia a creare attraverso l'Ali-tare.

Questo atto è il" respirito " che innalza alla conoscenza.

Così possedere le ali significa lasciare il mondo terrestre o la caverna di Saturno, per accedere al ciclo "celato " della testa.


Simeon        

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