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I Tarocchi - L'Appeso
(20/02/2011)

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L'Appeso

(Tarocchi di Alfredo di Prinzio)

L'atto finale che la vergine-Forza compie nei riguardi dell'istintività animale, si risolve alla fine con un'esaltazione del principio di vita che elevato dagli inferi leonini, si pone al centro della testa, provocando un vero e proprio ribaltamento di questa energia.

Tale condizione vibratoria, raggiunta con il proprio lavoro inferiore, si palesa figurativamente nella lama 12 dei Tarocchi: l'Appeso.

Nel contesto emozionale ordinario, il primo approccio con questa lama potrebbe dare adito ad un senso di inquietudine, come del resto essere appesi è sinonimo dì sopportazione di uno strazio.

L'Appeso, tuttavia, non è un impiccato, bensì è un ribaltato, cioè colui che con un movimento inverso, ha cambiato la sua posizione rispetto la visione del mondo.

Rovesciare o rovesciarsi in questo caso, ha attinenza con reversare o riversare, cioè donare sugli altri, elargendo la propria esperienza, il proprio sacrifìcio in modo del tutto disinteressato; cosa simbolizzata dalle monete d'oro e d'argento che cadono dalle sacche poste sotto le braccia dell'Appeso.

La consapevolezza che si dovrebbe acquisire per rendere onore a chiunque una volta realizzato, si prodighi a favore del prossimo, è che nessun frutto è utile se quando maturato, non viene colto e mangiato da qualcuno.

L'Appeso, proprio per questa sua apparente scomoda posizione, sta a significare che non ci può essere nessuna possibilità di realizzazione di tipo altruistico, se prima non si è disposti a compiere su sé stessi, tale atto che potrei definire eroico.

In un certo senso bisogna donarsi, prima di donare.

L'atto di proporre il frutto, presuppone la ricerca di questo frutto dentro di noi e messo a disposizione per noi, nonché le possibilità che abbiamo di portarlo a maturazione.

L'Appeso restituisce ciò che la vergine e il Icone della Forza, hanno codificato separando e distillando la parte grezza da quella sottile da questo frutto.

La posizione dell'Appeso, è ordinata, geometrizzata; così sospesa sembra non appartenere più ne allo spazio, ne al tempo.

Egli è come un guardiano della porta che introduce alla conoscenza di sé stessi, rappresentata dai due alberi spogli dei rami e dall'architrave posto al di sopra, simboli nell'uomo delle due colonne del tempio, cioè le sue gambe.

La peculiarità di questa lama, è l'atteggiamento sereno, imperturbabile, ma al contempo attivo del giovane uomo; posizione scomoda-animo leggiadro.

Nel panorama sociale odierno, costellato e non di rado di posizioni scomode è diffìcile trovare, di contro, un contegno emotivo equilibrato.

Questo accade perché l'impostazione frenetica della vita, non ci permette di soffermarci a riflettere, sulle nostre reazioni, in particolar modo, di fronte a situazioni ed esperienze forti; manca spesso la parte reattiva, quindi attiva, che caratterizza invece l'Appeso.

Il ribaltamento di visuale che innanzi tutto dobbiamo compiere, è vedere nel momento di crisi, non un alibi per abbattersi, ma un'occasione per crescere.

Riuscire perciò a capire, che queste situazioni vanno a stimolare un complesso meccanismo energetico, che il più delle volte si manifesta con un 'alterazione termica intima, significa individuare la matrice, che genera tali attriti e quindi l'emanazione proveniente dal nostro "fuoco inferiore ".

Si tratta di quel "frutto" che come anzidetto, una volta distillato ed elevato allo stato di coscienza e presenza a sé stessi, feconda i nostri pensieri fino a che ciò che era in basso, si eleva verso l'alto e ciò che è in alto, va a concimare ciò che è in basso, con una sincronicità di atti, il cui denominatore comune è la fiducia verso sé stessi e verso la conoscenza.

Simeon        

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