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I Tarocchi - Il Carro
(20/08/2010)

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Il Carro

(Tarocchi di Alfredo di Prinzio)

Approdiamo quindi alla lama del Carro, o Carro del Trionfo, proprio perchè sta ad indicare la raggiunta padronanza degli opposti e pertanto una posizione di centralità rispetto l'andamento della propria vita.

Questo privilegio è evidenziato dallo scettro che la figura tiene in mano, e che a sua volta ci rimanda alla bacchetta magica del Bagatto.

La differenza, però, è che mentre nel primo si riscontra una mobilità di questa, nella lama del Carro, lo scettro o bacchetta magica assume una posizione più rigida, come se attraverso questo, la figura che lo possiede avesse fissato una consapevolezza.

Se questa consapevolezza fosse che ogni forma geometrica, qualunque essa sia, ritrova il suo lignaggio in un ambito circolare della manifestazione, come evidenziato dalle sfere ovoidali, poste all'apice dello scettro?

Uovo: quindi prima cellula riconducibile alla sintesi o al germe per mezzo del quale tutto si è generato.

Ciò significa che l'uomo posto sul carro ha saputo fare la giusta scelta dell 'Innamorato e con la "semplicità" ha ricondotto la sua coscienza all 'essenza primordiale.

Indirizzare i pensieri e la mente verso ciò che si muove in modo circolare e continuo e ricondurli a considerare per esempio: la circolazione del sangue nel nostro corpo, o il movimento dell'energia spermatica, che sale e poi ridiscende lungo la colonna vertebrale, accende in noi l'intuizione che solo in questo modo si concede e si perpetua la vita.

A ragione di ciò la forma squadrata del Carro è mossa dalla circolarità delle ruote; non solo, ma i raggi che le tengono assemblate sono di color rosso, ad indicare la presenza quasi celata (appena s'intravedono), ma sostanziale, di un fuoco primo che tutto tiene coeso, financo le stelle; come si evince dal baldacchino del Carro.

Colui che ha raggiunto questo, padroneggia i quattro elementi di cui è composto il suo contenitore o corpo.

Rappresentato dal Carro che per la sua forma a cubo richiama il Quaternario, è appunto il veicolo materiale, trascinato sempre da due energie o forze opposte e complementari.

Nella lama numero 7, queste sono evidenziate dalle due sfingi, una nera e una bianca, le quali sembrano tirare verso due direzioni opposte.

La figura della sfinge, proprio per questo suo aspetto mezzo animale e mezzo umano, evoca l'idea di enigma.

Se assegniamo loro la valenza di un 'unica energia che si sdoppia in positiva e negativa, secondo l'uso che se ne fa e, se ancora consideriamo che queste energie, che a volte si traducono in buon senso e a volte in istinto, si trovano all'interno dell'essere stesso, non ci rimane altro che pensare che l'unico enigma che l'uomo deve svelare è sé stesso.

Unificare ciò che è duplice, è quindi la ricetta che ci permette di indossare la corona.

Una volta che possediamo la consapevolezza di poter agire su noi stessi, utilizzando "quella somma sintesi" che è germe di ogni cosa, il legame fra spirituale e materiale, trascendenza e immanenza e comunque fra tutti gli opposti, si esplica in maniera equilibrata, senza bisogno di alcuna redine; cosa che appunto non è presente nella lama del Carro.

A conferma di cià, l'emblema che compare nella parte frontale del carro, il simbolo dell'unione delle due polarità o lingam; dal quale emerge un elemento sublimato la cui sfericità alata, evidenzia la meta raggiunta di una frequenza superiore, invisibile ma estremamente concreta e agibile nella realtà.

 

 

Simeon        

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