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Radix Mundi
(20/05/2015)

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“…Se ben da me s’intende,
 Ch’altro non è vostro Mercurio ignoto,
 Che un vivo Spirto universale innato,
 Che dal Sole discende
 In aereo Vapor, sempre agitato,
 Ad empier de la Terra il centro voto :
 Che di qui poi se n’esce
 Tra solfi impuri, e cresce
 Di volatile in fisso, e presa forma
 D’humido radical se stesso informa…”

(da “L'ode alchemica” del Crassellame)

 

Le giornate soleggiate di primavera sono un’ottima occasione, per contemplare lo Spirito della Natura e meditare sul profondo mistero che si nasconde nella sua Manifestazione.

"La Primavera" di Sandro Botticelli

Notare al centro del quadro, la Venere gravida, con la veste bianca e rossa, colori del principio maschile e femminile, posta tra due squarci di cielo, a forma di reni, nella boscaia, ad indicare il luogo, nel corpo umano, della nascita di Eros.

La potenza e l’enorme forza vitale che, in questo momento dell’anno, scaturisce dalle profondità della Terra non può sfuggire a nessuno, neanche al più distratto.

Tale Forza non si avverte soltanto nelle manifestazioni della Natura che ci circonda, ma è riscontrabile e misurabile anche in noi stessi, percepibile all’interno del nostro stesso corpo, dal movimento vitale che, in noi, acquista nuovo impulso.

In questo periodo dell’anno, sembra che ogni cosa si rigeneri e tenda ad esplodere esteriormente dopo la compressione e l’apparente morte avvenuta durante l’inverno.

In effetti, però, tutta questa vitalità non è soltanto prerogativa della primavera.

Questa Forza esiste sempre ed è in moto perpetuo, anche se non è sempre visibile, durante tutto l’arco dell’anno.

E’ la stessa Forza che ci costituisce, che ci mantiene in vita ed è la stessa che riduce, moltiplica, trasforma, rigenera tutto l’universo, nel microcosmo come nel macrocosmo.

Ma cos’è questo Principio, radice di tutta la Creazione?

Dove si nasconde?

Cosa comporta conoscerne l’Essenza?

Come risalire ad Essa?

C’è un antico acronimo, usato dagli alchimisti, che è la sintesi di base di tutta la Scienza Ermetica.

Simbolo e Acronimo del VITRIOL

V.I.T.R.I.O.L.:

Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, che significa “Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta”.

In ogni testo alchemico si parla dell’occulta Pietra dei Filosofi e della sua misteriosa e potente qualità, acquisita e conquistata dopo un processo di rettificazione e di “sgrossamento”, di poter trasformare tutto ciò che “tinge”, rendendolo immortale e incorruttibile.

Quest’occulta Pietra dei Filosofi va sviluppata, quindi, in manifesta e luminosa Pietra Filosofale!

Ma prima di tutto ciò è necessario cercarla, riconoscerla e lavorarla.

Come molto bene affermano i grandi alchimisti del passato, in Alchimia, l’esperienza insegna più della teoria, sebbene quest’ultima sia, in un primo momento, necessaria.

Gli stessi maestri ci trasmettono, infatti, che non vi è miglior insegnamento di quello che offre l’osservazione della Natura, che agisce come vera alchimista, utilizzando, nella realizzazione dell’Opera, gli stessi ingredienti e adattamenti che il Divino utilizzò per la sua stessa creazione.

Nel processo dell’Arte “una è la pietra, una la medicina, uno è il vaso, uno il regime ed una la disposizione….e questo vale per tutto il Creato perché, come asserisce la Tavola di Smeraldo “…poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento…

Sembrano parole arcane, ma hanno un loro profondo fondamento.

Prendiamo, quindi, spunto dalla Natura.

All’inizio abbiamo parlato della Primavera e di come, in questa stagione, tutta la Natura sembra esplodere di Vita piena.

Ma da dove trae origine tutta questa vitalità?

Il Fuoco solare è senza dubbio uno degli elementi scatenanti, ma non è la Forza stessa, o meglio, non sotto questa qualità.

Cosa intendo dire?

Che il seme del padre non si identifica con la generazione del figlio, ma ne è sicuramente una componente.

I raggi del Sole, infatti, non fanno altro che intraprendere un’azione magnetica e stimolante su una Forza intrinseca alla Terra stessa e alle sue Creature.

Vale a dire che ciò non sarebbe possibile se, queste, ultime non avessero già in sé stesse una componente “solare” che fosse “richiamata” dalla corrispondente originaria.

E’, quindi, la dimostrazione che in ogni creatura risiede e permane una particella dello stesso Creatore o Causa Prima.

In Alchimia si afferma, infatti, che quando un corpo attrae a sé un altro corpo, o viceversa, questo succede perché c’è una corrispondente relazione tra ciò che è “esterno” nell’uno con ciò che è “interno” nell’altro e viceversa.

L'Albero della Vita e della Morte con i percorsi speculari delle Sephiroth e delle Qliphoth, di discesa e di risalita tra la luce e il buio, lo Spirito e la Materia.

In poche parole, il manifesto è attratto dall’occulto corrispondente.

A riguardo, un’altra massima alchemica afferma che soltanto con l’oro si può creare l’oro!

Quest’oro, chiaramente, non è l’oro volgare e materiale che tutti immaginano, ma un oro spirituale che ha il potere di moltiplicarsi e, fissandosi alla materia, la “tinge” delle sue stesse qualità intrinseche.

La Natura si identifica, quindi, con lo Spirito Solare, ordinatore del Caos, che vivifica la Terra, con quel Vapore Celeste che, penetrato al suo centro, attraverso il fuoco magmatico, risale in superficie, sotto forma di umido radicale e, passando dal suo stato volatile a quello fisso, dà forma alle infinite e magnifiche manifestazioni dei tre regni della Natura.

Ma cos’è quest’umido radicale?

Un Vapore di natura volatile, vischiosa e ignea allo stesso tempo.

Figlio del Sole e della Luna, come ci trasmette Ermete dalla Tavola di Smeraldo:
Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l'ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice…

Questo Vapore, altro non è, che il Mercurio dei Filosofi!

Chiaramente tutto questo va considerato su vari piani, da quello materiale a quello spirituale.

Per il macrocosmo come per il microcosmo.

Ogni Forma e ogni Genere è, quindi, il risultato dello sviluppo di un Seme, coagulatosi dall’azione di un Vapore Caldo Umido: il Mercurio venuto a contatto con la materia informe, da lui stesso, poi, “informata” e ingravidata.

Cos’è, invece, che distingue il genere di questo seme?

Qual è la discriminante che stabilisce la sua natura?

Prendiamo spunto, ancora una volta, dal piano della Manifestazione parlando del seme dei metalli.

Sembra incredibile, ma anche i metalli, come ogni creatura su questa Terra, hanno un seme!

Questo Mercurio, come Beatrice per Dante, “par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare...”, penetra fino al centro di questa massa informe e le dona la sua natura ignea e volatile, che prende vita nel fuoco caotico e magmatico del sottosuolo.

Par di vedere Lucifero che precipita dal Cielo e porta la Luce e il Fuoco Solare al centro della Materia.

Nel Caos “infernale” avviene una “lotta”.

Il Fuoco Magmatico risalito dal centro della Terra

E’ la lotta tra lo Spirito e la Materia, tra il Principio solare maschile e quello lunare femminile, tra la natura del fuoco e quella dell’acqua.

Ma è una lotta destinata a creare non a distruggere.

E’ qui che vengono sconvolti i Quattro Elementi, che si mischiano e si “mangiano” reciprocamente, attraversando, continuamente, le quattro condizioni qualitative di Caldo, Freddo, Umido e Secco.

Quello che si innesca è lo stesso processo che avviene in un ovulo, quando è penetrato da uno spermatozoo.

In esso si altera lo stato di quiete e di equilibrio interno, il seme “informa” la Matrice, che se ne nutre, e le forze creative si scatenano, passando dallo stato potenziale all’atto.

Questo fuoco caotico, ma costante, generato dall’attrito polare elettro-magnetico, inizia quindi a separare nel Mercurio, ormai presente nella Materia, la parte ignea da quella umida.

La stessa umidità, sotto la spinta del fuoco, si separa in aria e acqua.

L’acqua, privata dell’aria, si condensa in un “fuoco umido” (fisicamente perde l’ossigeno e si “polarizza” in idrogeno).

Si viene, così, a creare un’acqua ignea e un fuoco liquido che si risolvono in un olio seminale, un vero e proprio “crisma” vischioso e incombustibile, qualità, quest’ultima, data dalla maggiore purezza rispetto al fuoco volgare di cui, a sua volta, si nutre.

La parte aerea, nel frattempo, viene attratta, verso l’esterno e verso l’alto, dalle forze astrali e lunari corrispondenti e trascina con sé l’umido radicale untuoso, attraverso i pori aperti della Terra.

In questa risalita il seme, non ancora formato, verrà a contatto con diversi “accidenti” finché non si fermerà dove i pori saranno più stretti o chiusi.

Siamo di fronte, ad una vera e propria operazione alchemica, dove, da un lato, le parti umide si separano dall’acqua diventando aeree, “Solve”, per poi risalire il terreno, attratte dalle forze astrali e lunari corrispondenti, dall’altro lato, la parte ignea, già coagulata con l’acqua in un crisma oleoso, a contatto con le “impurità” della terra, “Coagula nuovamente intorno a sé una sorta di corteccia, o prigione saturnina, prodotta dalla “cottura” della stessa terra in cui è immersa.

Questa “corteccia” seminale custodirà l’informazione originale della Vita, preservando il nucleo aureo dalla corruzione degli agenti caotici esterni, mantenendo, così, inalterata e incorrotta, all’interno di essa, la scintilla divina creatrice, Principio di tutte le cose.

Il seme, così realizzato, una volta immerso nel terreno umido di superficie, attraverso la porosità della Terra, riceverà sia i raggi del Sole celeste che il calore di quello occulto terrestre.

Questo, dopo una lenta macerazione, libererà la sua parte sulfurea fermentata che, a contatto con gli “accidenti” in cui è immerso e da cui è nutrito, a seconda delle diverse nature e tipologie di questo “cibo” e di questa “nutrice”, darà vita al genere che gli corrisponde.

Non a caso esiste il detto: Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei!

Una perla nera in un ostrica

La modalità di formazione del seme è un processo che ricorda molto bene quello della nascita di una perla in un ostrica: il risultato di un processo di difesa avviato dal mollusco quando è attaccato da un agente esterno.

Il mollusco reagisce ad uno stimolo, come forma di difesa, verso l’intrusione, di un agente esterno, come può essere quella di un parassita.
Per difendersi, l’animale crea una specie di sacca attorno all’intruso.
La sacca inizia quindi a secernere una sostanza lenitiva, che serve a rivestire il corpo irritante.
Mano a mano che questa si deposita sull’elemento irritante, la perla aumenta gradualmente la sua dimensione”.

Questo esempio ci fa capire che, secondo la qualità della Matrice su cui il vapore-sulfureo-mercuriale attecchisce, in rapporto al grado d’impurità, questa “Corteccia”, inglobando lo stesso agente esterno, sarà più o meno “densa” e darà vita ad un “metallo”, o “genere”, piuttosto che ad un altro.

Più la Matrice, infatti, sarà pura, più il metallo si avvicinerà all’oro, più la Matrice sarà impura e più il metallo si avvicinerà al piombo.

Il seme dei metalli, nella sua radice, è quindi comune a tutti i metalli, ma varia nella manifestazione in base alle impurità, rappresentate dai residui di scarto “planetari”, presenti nella matrice che lo accoglie.

Per questo gli alchimisti ritenevano che separando il seme dalle impurità della materia, una volta purificata quest’ultima, l’avrebbero nuovamente coagulato in essa e avrebbero potuto trasformare ciò che era piombo in oro, in quanto, la natura del seme avrebbe potuto esprimere tutte le qualità auree che conteneva, qualità che, in precedenza, erano obnubilate dai “materiali” impuri della Matrice.

Tutto questo, chiaramente, non va riferito soltanto al piano fisico, ma, soprattutto, a quello spirituale.

Abbiamo prima osservato la separazione dell’umido dal secco e del volatile dal fisso, e come, nel seme, non tutto l’umido si separa dalla parte ignea.

La parte più sottile di quell’umidità, l’umido radicale, distillato nel centro igneo, resta, infatti, ad esso coagulata.

Come si spiega?

Si spiega proprio perché questo Fluido Umido è lo stesso che il Creatore alitò nel “fango” che diede forma e vita ad Adamo, il primo uomo.

E’ l’umidità del Verbo, un alito caldo, igneo, che possiamo identificare con il Logos solare, l’acqua di fuoco trasformata in crisma, custode del Codice della Vita.

E’ quell’acqua che non bagna le mani, di cui tanto si parla nei testi alchemici.

Questo Principio “vischioso”, resterà nel seme, mantenendo le sue qualità pure e originali, fino a quando, l’azione dell’acqua farà marcire e putrefare la corteccia che lo imprigiona con le impurità che l’avvolgono, facendo reagire le qualità ignee che libereranno lo Spirito solfureo, creativo e solare, che, ingravidando la Matrice terra, darà inizio alla generazione.

Fin qui arriva il lavoro alchemico della Natura, che non si preoccupa della qualità della Matrice.

Creazione di Adamo - William Blake

Essa, infatti, nella generazione, crea infinite forme, dalle meno evolute a quelle più evolute, senza discriminazione.

La sua azione si fonda sulla molteplicità delle forme e sulla sua moltiplicazione.

La qualità è lasciata al caso, alla spontaneità quantica del caos, nell’ambito dell’equilibrio cosmico.

La Natura, infatti, arriva fino ad un certo punto.

Essa crea le forme secondo un suo ordine ed una sua disposizione.

Agisce entro i suoi confini, senza andare oltre.

Il suo è un lavoro “meccanico”, volto al miglioramento del suo stesso meccanismo, attraverso continue trasformazioni e passaggi di stato. Il fine evolutivo è sempre quello di progredire nel mantenimento di se stessa.

Per far questo, e mantenersi in equilibrio, la Natura ha bisogno di tutte le possibili variabili, dalle più pure alle più impure, proprio perché la sua perfezione risiede nell’essere UNA nel molteplice e negli opposti.

Essa obbedisce alle leggi cosmiche che regolano l’intero universo poiché di questo intero organismo è parte.

Le sue creature sono, infatti, soggiogate dagli influssi planetari, oltre che dai “reverberi” terrestri, e i loro corpi, come i loro umori, risentono dei rapporti di forza che intercorrono tra i pianeti stessi.

Per pianeti si intendono le “intelligenze” che governano quei corpi e non i corpi stessi che ne sono solo la manifestazione fisica.

Cosa intendevano, allora, gli alchimisti quando dicevano di dover apprendere l’Arte dalla Natura per migliorarla?

Semplicemente questo: che il lavoro dell’Uomo deve iniziare dove finisce la Natura, ma, per iniziare, bisogna prima capire dove essa arriva e da dove parte.

Allegoria alchemica: l'uomo, la Natura e le leggi nascoste.

Avevamo lasciato il lavoro della Natura nel ventre della Terra.

Il seme, macerato dall’acqua e scaldato dal fuoco occulto sotterraneo, libera, con lo scioglimento della “corteccia” seminale, lo Spirito Vitale che contiene, e “unge” la Matrice che lo accoglie.

Quest’ultima, ingravidata, comincia la gestazione del progetto e poi lo genera.

Il progetto in essa contenuto, segue le informazioni e le direttive di sviluppo ricevute dal seme con il relativo adattamento agli “accidenti” dei materiali di scarto planetari in cui questo è stato immerso.

Il risultato che si avrà, però, come precedentemente espresso, sarà sempre quello di un “prodotto” imperfetto, destinato nel tempo al deperimento e all’involuzione fisica, fino alla morte.

Questo perché, la Matrice, non sarà mai pura abbastanza da generare qualcosa di incorruttibile e non deperibile.

La sua impurità è, comunque necessaria, in quanto, se così non fosse, il Sistema stesso non potrebbe mantenersi in equilibrio.

La caducità della forma è, infatti, la garanzia per la rigenerazione e la reintegrazione della sostanza, nel numero e nel genere.
Nella Natura, assisteremo sempre ad un continuo cambiamento di Forma ma, in realtà, anche ad un costante mantenimento della Sostanza.

Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma!

Per quanto riguarda l’Uomo, invece, il fine è diverso.

Sebbene la stragrande maggioranza degli esseri umani viva la propria vita guidata dall’istinto di sopravvivenza, identificandosi con la propria natura fisica e col fine ultimo di mantenere intatta la propria personalità, la sua natura è destinata a qualcos’altro.

L’Essere umano è chiamato a trasmutare non solo la propria forma, ma, soprattutto la sua stessa sostanza, in qualcosa che non è di questo mondo, anche se è nel mondo.

Simbologia Alchemica - Si notano benissimo le due gonadi rappresentate dalle caverne da cui escono due "fiumi" e il fuoco centrale magmatico inserito in luogo di Eros.

Quello che noi siamo è soltanto uno stato di transizione rispetto a ciò che dobbiamo diventare e, per compierlo, siamo qui su questa Terra: ad imparare il modo per realizzarlo.

La Natura ci insegna il modo per farlo, attraverso le metamorfosi e l’Arte della trasformazione, ma non può fare quello che soltanto noi possiamo fare: materializzare lo Spirito, spiritualizzando la Materia.

Proprio per questo, è fondamentale rivolgere quello che abbiamo finora osservato nella Natura, all’uomo stesso, anche se il processo va completato.

Bisogna passare dal macrocosmo al microcosmo, per adattamento.

Non basta quindi riconoscere la Pietra dei Filosofi.

Essa va estratta, va lavorata e poi, una volta rettificata, trasformata in Pietra filosofale!

Lo Spirito Mercuriale allo stato naturale, dovrà quindi essere separato e nuovamente ri-coagulato in una nuova Terra, rettificata, purificata e riportata al suo stato Vergine, per dare finalmente corpo al Principio aureo e solare custodito nel “Crisma” dell’umido radicale.

Questo “Crisma” è il Principio Cristico custodito nel seme.

Per questo il Cristo non può che nascere da una Vergine.

Esso dovrà, quindi, morire, sciogliersi nel corpo saturnino, assurgere e, infine, ridiscendere nella Matrice, resa nuovamente Vergine, per essere fissato nella nuova forma e sostanza di un corpo aureo adamantino.

E’ qui che si cela tutto il Mistero dell’Arte.

Ma come cercare in noi stessi questo Seme? Come lavorarlo?

Per far questo è opportuno iniziare a stravolgere la visione “convenzionale” che abbiamo di noi stessi e della Vita, guardando oltre il velo dell’apparenza e di ciò che diamo per scontato.

Prendere coscienza che gli ingredienti e la ricetta per realizzare la Grande Opera sono tutti dentro di noi, e ogni cosa in questo lavoro ha il suo ruolo ed il suo posto.

Ermete Trismegisto - Particolare del pavimento della cattedrale di Siena

E, come cita la tavola Smeraldina: “…Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una…

Ma, allo stesso modo, ciò che è nel grande è anche nel piccolo e ciò che è nel piccolo è anche nel grande.

E’ importante trovare le corrispondenze e le analogie tra l’azione alchemica della Natura terrestre, macrocosmo, e quella da realizzare nella natura del nostro essere, microcosmo.

Questo richiederà una disposizione diversa del nostro modo di percepire la realtà ed una rivoluzione in noi stessi.

L’intuizione e l’esperienza ci farà comprendere che il nostro corpo non è soltanto una macchina ben organizzata, un insieme di materia organica, fine a se stessa, creata col solo scopo di mantenersi in vita, ma è il nostro laboratorio alchemico, il mezzo che ci permetterà, se lo vorremo, di portare a termine la nostra missione su questo piano: la nostra elevazione da bruco a farfalla! Da essere di transizione ad essere realizzato!

Per questo, diviene imprescindibile prendere contatto con la propria natura più intima, fino a raggiungere il seme e la radice profonda del nostro essere.

E’ in questo seme e in questa radice, all’interno del nostro corpo, che troveremo la Forza che crea la Vita, l’umido radicale, nutrimento del Fuoco centrale, distillato e “crisma di salvezza”: è l’alito divino, che, disceso nel “vaso”, opera meraviglie, vincendo la morte e resuscitando la Vita.

Trovata questa Forza e questa sostanza, però, dobbiamo preparare la terra dove seminarla.

La materializzazione dello Spirito, infatti, può compiersi soltanto attraverso l’azione del seme mercuriale in una terra priva di contaminazioni.

Ma come rendere questa Matrice di nuovo vergine?

Cominciando a putrefare, a macerare e a sciogliere la personalità degli ego, prodotto dei residui planetari a cui siamo incatenati dalla nascita, trasformando i vizi in virtù.

L'albero filosofico con le sette operazioni

Distillando la nostra Anima, attraverso l’azione di un fuoco dolce e lento, il fuoco della Coscienza, rendendola nuovamente vergine e candida, adatta, finalmente, ad accogliere lo Spirito Universale, che giace, dormiente, nel seme.

Quello che siamo non lo sappiamo e non lo sapremo mai finché non conosceremo la vera radice di noi stessi.

Per far questo è necessario rinnegare il mondo che ci hanno messo davanti, l’illusione che ci rende degli schiavi dormienti.

Dobbiamo risvegliarci dal sonno della Coscienza e guardare oltre il velo dell’apparenza.

Il lavoro alchemico di macerazione e putrefazione di tutta questa materia “grossolana”, reso possibile grazie all’azione congiunta di un “acqua” emozionale e di un “fuoco” radicale, nei tempi e nei ritmi operativi previsti, renderà di nuovo vergine, sbiancandola, la nostra Matrice Animica che sarà, finalmente, capace di accogliere il seme mercuriale con il suo prezioso tesoro informativo.

In essa, nascerà un fermento, che sarà il lievito moltiplicatore con il quale il nostro Principio divino, liberato dallo spesso guscio saturnino, prenderà corpo e forma e, materializzando lo Spirito, realizzerà la Grande Opera.

E’ tempo di iniziare a guardarci non più come la macchina che ci permette di vivere su questo piano, ma come la coscienza che la fa muovere!

Dobbiamo cominciare a guardare le cose da altre angolazioni proprio per sfuggire, finalmente, alle leggi cosmiche, da cui siamo agiti, attraverso l’identificazione con la forma e la materia del corpo.

La realizzazione nella trasformazione passa dalla trasmutazione della Sostanza stessa, con la sublimazione del Corpo nello Spirito, attraverso un’azione di separazione, putrefazione e rettificazione e con la coagulazione dello Spirito nella Materia attraverso l’opera di fissazione e moltiplicazione.

Al compimento delle rotazioni operative la Sostanza raggiungerà un livello talmente sottile e sublime da poter penetrare ogni singolo corpo e tingerlo attraverso la propria proiezione.

Questa è l’Alchimia, questo è il progetto divino custodito nel nostro Seme.

Spetta solo a noi, con l’aiuto della Natura, l’arduo compito di portarlo a compimento, trasmutando la nostra Sostanza Corporale in Luce siderale!

Quello che ci attende è un salto quantico letteralmente “sostanziale”!

Eleazar

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