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Il Fratello di mio Nonno che un dì fu portato in Cielo.
(seconda puntata)

(20/09/2008)

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- continua dal numero prrecedente -

“Quella sera, attorno alla tavola, ci fu il momento della verità, perché Franco comunicò a tutta la famiglia la sua decisione di andare via con quegli esseri.

Ci fu un silenzio mortale, che si poteva tagliare col coltello…..fu un momento così scioccante ed allo stesso tempo così emozionante che ancora oggi dopo tantissimi anni mi ricordo persino del cibo che la mamma aveva servito.

A quei tempi la cucina “economica” funzionava a legna ed anche con i trucioli di mais che raccoglievamo nel porcile, questi bruciavano benissimo anche se coperti di fango secco e sterco di maiale. L’unico problema era che l’ambiente si riempiva di fumo puzzolente. Ma noi ci eravamo abituati, anche perché di quei tempi in campagna era così per tutti ed era naturale “.

“ Ed il menù, nonno? Che ti servì da mangiare la mamma ? “.

“ Ah,sì…era un piatto unico, ma completo. Quella sera la mamma sfornò una pizza di farina di mais farcita con mozzarella e come contorno bieta bollita, saltata in padella con olio, aglio e rosmarino che si serviva sopra la pizza e si mangiava assieme.Devo confessarti, figliolo, che quei sapori non li ho mai più sentiti..” .

“ Dici davvero,nonno ? “

“ Sì, putroppo i tempi sono cambiati..” .

“ …che accadde dopo,e Franco come risolse la questione ? “

“ Qualche giorno dopo,quella imbarazzante situazione si sistemò da sola.

Forse c’era lo zampino di quegli esseri, perché papà ci sorprese dicendo :
“ Sapete, oggi nella siesta ho fatto un sogno stranissimo…ho sognato un vecchio con una tunica bianca che mi diceva : "Stai tranquillo Alfredo e non preoccuparti, tuo figlio Franco verrà da me,dovrà fare un lavoro per la Luce ! “

Dopo vidi te, Franco, vestito a festa, ti portavamo alla stazione, prendevi il treno, partivi e ci salutavi dal finestrino col fazzoletto.

.Poi papà rivolto verso Franco gli domandò a bruciapelo :“ Quando verranno per te ? “ .

“ Il giorno della prossima luna piena,quando sarà alta in cielo “.

“ Manca soltanto una settimana…..” disse papà e restò in silenzio,e non aprì bocca per un paio di giorni.

“In quanto alla mamma,quella notizia non la mando giù facilmente ed anche lei si rinchiuse in un mutismo sepolcrale. Fino a quando, mentre era fuori da sola ed infuriava un temporale, ci fu un intervento “ divino” a convincerla.

Forse aveva solo sognato, ma lei ci assicurò che era una visione celestiale,bella e buona.

Disse che un angelo si materializzò nel vano della porta della camera da letto di Franchino, che le parlò e le parole le sentiva dentro la sua testa, che era bellissimo, biondo con capelli lunghi,occhi azzurri e vestito di bianco.

La cosa più bella era che la chiamò per nome e le disse queste parole : “ Ascolta, Maria Domenica e non aver paura, vengo in pace. La tua famiglia è benedetta da Dio ed è proprio Lui che mi manda. Abbiamo bisogno di tuo figlio Francesco per una missione d’amore. Non temere,non lo perderai. Ricordi quando lo portavi nel ventre,e le cose non andavano bene? Fui io a rassicurarti ed a donarti salute ed armonia,e tu per riconoscenza portasti in chiesa un mazzo di rose rosse alla Madonna del Carmine. Adesso ti rammenti ? “ .

E con un’amorevole espressione d’amore sul suo viso sparì, dissolvendosi nell’aria.

La mamma, toccata nelle sue fibre più intime, si sciolse in lacrime, tanto da richiamare l’attenzione di tutta la famiglia. E fra lacrime e singhiozzi non riuscì a parlare per un bel po’. Tutti preoccupati le chiedevamo che cosa era successo, il perché di quel pianto così intenso.Di colpo cambiò registro e le lacrime si tramutarono in risate di felicità.

“ Ci risiamo “ commentò papà “ non sarà diventata matta ? “.

“ No,non sono diventata matta, vecchio caprone “.

E tutti ridemmo a crepapelle per quel momento di allegria.E quando tutto si calmò la mamma ci raccontò la sua storia,in tutti i particolari.

“ Mamma “ dissi io “ anche tu vedi la Madonna “ e tutti a ridere per la mia affermazione.

Quando le acque si furono calmate la mamma abbracciò Franchino e non smetteva di baciarlo ed accarezzarlo.

Nei giorni seguenti eravamo tutti radiosi di felicità, era veramente come se tutta la famiglia stesse vivendo una straordinaria magia. La mamma era più felice che mai, e come rispondendo a quella gioia di vivere si dilettava a cucinare delle pietanze“domenicali” dicendo: “ Lo faccio per Franchino, se lo merita, e poi voglio che si porti come ricordo questi sapori genuini fatti dalla mamma solo per lui “.

Chi sfruttò la circostanza fu il sottoscritto,ed addirittura ingrassai di qualche chilo.
Il nonno si fermò col racconto e per un attimo chiuse gli occhi, rimuginando sui ricordi mentre la pancia si lamentava perché i suoi pensieri erano soltanto immaginari, così ridacchiò sotto i baffi.

“ Nonno, ridi da solo, non ti sarai ammattito anche tu ? “.

“ No,stai tranquillo. Sai, noi anziani viviamo di ricordi, è l’unica cosa che ci mantiene vivi “.

“ Eh..sì..ma la storia come andò a finire ? “.

“ Eh,già la storia,se di storia si tratta……”.

* * * *

Quella sera ero così preso dal racconto che il sonno andò a farsi friggere. Il nonno dormiva pochissimo, così mi propose di andare nel salottino così lui poteva fumarsi uno dei suoi puzzolenti sigari, disse anche che mi avrebbe preparato una
cioccolata calda. Accettai la proposta, mi accomodai nel divano mentre lui mi faceva la cioccolata. Dopo un po’ fece il suo ingresso in una nuvola di fumo, sembrava una “vaporiera”,insomma una locomotiva a vapore,con un vassoio e due tazze fumanti, con un piatto di biscotti secchi fatti dalla mia mamma .

“ Questo sì è godimento, non ti pare ? “ disse il nonno sedendosi.

“Altrochè“ risposi, assaporando quei momenti di goduria insieme al mio nonnino adorato e complice.

Dopo una manciata di minuti frugò nel cassetto di un vecchio mobile e tirò fuori un quaderno avvolto con estrema cura in una pelle di daino, dicendo : “ Questo è il diario di Franco che conservo con amore, così ti voglio leggere un paio di pagine per darti un’idea dei suoi pensieri e quello che sapeva di quegli esseri di Luce,come lui li chiamava.Adesso ascolta la bellezza di queste parole e non dimenticarle mai. “


DIARIO DI FRANCO

La Fratellanza di ERKS è la sentinella che arma la notte di Fuoco.
ERKS è l’Arca per tutti coloro che seguono la vera strada verso Dio.
La Fratellanza di ERKS è la nostra comune salvezza,sentieri di Fuoco e Luce,è la Via maestra che cammina con noi.
E = come Estremo
R = come Ricordo
C = come Cammino
K = come Kether
S = come Salvezza
La salvezza è Maihuma, massimo Angelo Solare che dà luce meravigliosa alla nostra anima.

La grandezza di tutto è nella sua piccolezza. Maihuma invia, irradiando la Luce della Sapienza sulla Terra,Spirito di Verità.

La Fratellanza di ERKS è la meravigliosa Alleanza di noi uomini con Maihuma.

Maihuma è l’Angelo del Sole che unisce le Intelligenze nell’Universo per attuare la fratellanza dell’Amore. Nel rispetto reciproco, nell’umiltà, nella Saggezza, nella Conoscenza e nella Tolleranza.

Questa è la missione per la quale l’uomo si sposa con la sua condizione. Senza queste qualità è schiavo della propria mente ed i suoi confini non saranno mai enormi come quelli del mare.

La Fratellanza di ERKS è la Rosa Alchemica che mira alla trasmutazione della razza umana. Ed è una mistica rosa quella persona che impiega i suoi propri fuochi per autotrasmutarsi. E queste operazioni sono divine.

L’Operatività Alchemica parte da Dio ed esce dall’uomo. Senza la mediazione dell’Energia Cristica di Luce tutto il lavoro è inutile “.

Il nonno chiuse il quaderno,dicendo : “ Per adesso basta; volevo comunque che tu ascoltassi dalla mia viva voce questi appunti che Francesco scrisse tantissimi anni fa” .

“ Grazie,nonno…anche se non ho capito nulla di quello che hai letto,sono sicuro che un giorno lo capirò.Quello che mi resterà dentro è la tua voce,che non dimenticherò mai più.Grazie,nonnino ! “.

“ Dai,adesso vai a letto che abbiamo fatto tardi.E’ quasi mezzanotte,e tua madre si arrabbierà molto se ci scopre.Domani ti racconterò il resto della storia “.

“ Va bene” dissi “ Buona notte,nonnino..” .

* * * *

Il giorno seguente non facevo che pensare alla storia di zio Franco e non vedevo l’ora che arrivasse la sera,per ascoltare la fine del racconto. Così dopo cena, con una scusa,appena finito di mangiare mi lavai i denti, mi misi il pigiama e mi coricai aspettando che arrivasse il nonno.

Dopo qualche minuto arrivò,con il solito sorriso sulle labbra,il sigaro spento in bocca ed il bicchiere d’acqua col limone in mano.mi salutò,si sedette sulla sua poltrona preferita e continuò il racconto interrotto la sera prima.

“ Devi sapere,figliolo,che Franco si dedicava allo studio dell’Alchimia….”.

“ Che cos’è l’Alchimia,nonno ? “.

“ Bella domanda,questa..” rispose. “ Uhm..vedrò di soddisfare la tua curiosità “.

“ L’Alchimia è una scienza che si tramanda tra pochi eletti,e consiste nella trasmutazione della materia in energia…per esempio…il mangiare, il digerire ed il separare l’energia del cibo che mangi è una forma d’Alchimia. Nel caso che a noi interessa, consiste nell’individuare i vizi chiamati “metalli impuri” e col distacco e la volontà trasformarli in virtù ossia in “Oro puro”. La materia si trasforma e si spiritualizza e contemporaneamente lo Spirito dell’Uomo si materializza…. Ti piace? “ domandò il nonno.

“ Bè,sì anche se come al solito ho capito solo l’esempio del cibo, che si trasforma in energia per vivere “.

“ Va bene così. Un giorno questi semi germoglieranno in te e questa è la mia speranza. Non ti preoccupare. Per farti una sintesi, diciamo che Franco era portato per la ricerca spirituale. Perciò quando scompariva si rifugiava in sé stesso,per leggere e meditare sul perché di tante cose “.

“ Veramente – ribattei – credevo che quello “Spirituale” fosse l’altro tuo fratello, o almeno così mi era sembrato “.

“ In un certo senso hai ragione “ disse il nonno “ ma quello lì è ad un livello più basso. Quei preti debbono dare una morale, delle norme di comportamento alle masse. Questo non vuol dire che capiscano ciò che predicano. Un iniziato è invece colui che ha scoperto le risposte ai dogmi e risolto il grande mistero del Nazareno e della natura, comprendendo il messaggio nascosto nelle “Rivelazioni”, lo applica su sé stesso arrivando a modificare il proprio codice genetico,acquistando la Saggezza “.

“ Per questo motivo – continuò il nonno - “migliaia di fratelli e sorelle che nel Medioevo cercavano la verità finirono tutti bruciati sul rogo dall’Inquisizione “.

“ Dici davvero,nonnino ? Furono così crudeli quegli aguzzini ? “.

“ Sì. Ed un’altra volta ti racconterò una storia su questo argomento “.

“Nonno,ho sentito dire dalla mamma che Franco faceva la corte ad una ragazza bellissima di nome Zulema, è vero ? “ .

“ Sì,effettivamente è così. Quella Zulema era un fiore e la sua bellezza non aveva pari. Non era solo Franco ad andarle dietro, ma aveva tanti altri pretendenti, ma tutti compreso Franchino furono messi da parte miserevolmente. Alla fine, lei, la “regina” restò sola ed invecchiò così, forse a rimuginare i suoi ricordi. Io devo confessare che la sua bellezza era pari a quella dell’anima di mio fratello “.

Il nonno continuà a cercare nell’archivio della sua memoria il filo di quella storia ed aggiunse : “ Sì,sì…Franco era grande ! Sai che ripetutamente molte persone malate andavano da lui per essere guarite,e lui,che si intendeva di “yuyos,di erbe,e con l’imposizione delle mani riusciva a guarire ed a dare conforto dove i medici dell’epoca non riuscivano.Ti rendi conto ? “.

“ Ma lui queste cose le aveva studiate ? “.

“ No…era una conoscenza naturale che si portava dentro, forse addirittura da un’altra vita “. E gettò uno sguardo di complicità da sotto le folte sopracciglia.

“ Che non ti scappi con nessuno in famiglia,eh ? “ aggiunse il nonno. “ Se tua madre sapesse che ti racconto queste storie si arrabbierebbe moltissimo ! “.

“ Non ti preoccupare “ lo rassicurai “ sarò muto come un pesce “.

“ Senti “ continuò il nonno “ vorresti che ti raccontassi del mio amico Oscar? In quegli anni, a parte passare il tempo con Franco, avevo questo amico che figlio del poliziotto del villaggio,e qualche marachella insieme l’abbiamo fatta “.

“ Sì,sì…mi piacerebbe sentire quello che facevi da bambino “ .

“ Bè,un giorno stavo vicino a papà, quando si avvicinò Oscar che mi mollò un pugno a tradimento sul naso e scappò via. Piansi dal dolore e mio padre mi pulì con un fazzoletto il sangue che mi colava dal naso,e tentò di calmarmi alla meglio. Lui era un anno più grande di me e frequentava la mia stessa scuola,ma in una classe diversa,e per andare a scuola doveva per forza passare per un sentiero alberato. Allora organizzai la mia “vendetta”. Prima che lui passasse mi arrampicai su un albero con un mattone e quando mi venne a tiro glielo lanciai sulla testa.Oscar scappò piangendo verso casa tenendosi la testa ferita. Ero soddisfatto,avevo consumato la mia vendetta. “.

“ Dopo circa mezz’ora vidi da lontano suo padre in divisa, che a galoppo sul suo cavallo veniva verso casa mia. Immediatamente mi rinchiusi in camera da letto, sbarrandone la porta con una spranga di ferro ed aspettai. Sentii mio padre discutere con lui. Era arrabbiatissimo.Più tardi seppi che mio padre gli aveva raccontato del pugno ed il poliziotto inghiottendo amaro dovette riconoscere che ora suo figlio ed io eravamo pari. Con la differenza che ad Oscar dovettero mettere sei punti di sutura sulla testa.”

“ Nonno,sei stato anche tu cattivo. Le vendette non si fanno…” ribattei.
“ Sì,hai ragione, ma dopo qualche giorno giocavamo di nuovo insieme. Ma ora ritorniamo a Franco ed alla sua storia che poi è quella che ti interessa,vero ? “.

* * * * *

- continua -

 
Alfredo Di Prinzio

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