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Arcadia
(15/01/2007)

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Narra la dea Minerva: " Quando il Mondo era giovane, la Terra era la culla della Primavera. Durante la sua crescita il suo alito diede Fragranza e Freschezza all'aria, e di qui nacquero le Silfidi. Dove i sandali della Primavera si posavano nascevano giardini fioriti, ed i monti e le valli risplendevano.

Quando Lei cantava, nascevano uccelli variopinti, che volavano sopra la terra, e quando lei parlava con le acque, queste, sciogliendo i loro fili d'argento, la seguivano, allorché lei si sedeva e pensava, piccoli esseri nascevano. E quando Lei pregava, si creavano gli dei.E i fiori, gli uccelli, le silfidi, le naiadi, i piccoli dei, ed i grandi dei, lavoravano insieme per progettare l' uomo. E quando l'uomo si alzo in piedi, i suoi occhi furono illuminati di divinità, contemplò la bellezza di questa terra, e lo spirito della poesia gli ispirò il nome di " ARCADIA ".

Johan Wilhelm Baur (1607-1642), Raffigurazione dell'età dell'oro per le Metamorfosi di Ovidio (edizione Norimberga, 1703)

Questa fu l'epoca in cui l'uomo era solenne in pensiero, infantile in desiderio, e attraente gli sguardi. I suoi occhi brillavano chiaramente e davano ombra alla estensione della sua sapienza. La Luminosità di quest'Era ancora brilla nelle radianti menti dei poeti e nel cuore ardente dei profeti. Questa fu l'Età dell'Oro; è l'Era in cui nacque la Musica, la Poesia, l'Amore. Le necessità dell'uomo erano semplici e pochi i suoi desideri. La vita non correva su gambe d'acciaio, ne rimbombavano le gole di latta, il mondo non si muoveva attraverso il muscolo della macchina, né riempiva ogni minuto con la stanchezza dei lavori monotoni. Quando l'alba sorgeva, tutto si riempiva di gioia e non di tristezza, quando giungeva la notte, scendeva la rugiada, ed i fiumi erano tranquilli e profondi.

La felicità scorreva nell'uomo, come la fonte scende a valle saltando e cantando attraverso i suoi spruzzi. L'amore ardeva come soave Luce solare, ed i pensieri volavano rapidamente come cervi saltellanti. Perché l'uomo rispettava un semplice Credo: che la vita gli era stata donata per essere goduta, e che lui si trovava sotto l'ala eroica e protettrice degli dei, le cui mani forti e protettive, governavano vegliando sul suo destino e sulla sua comprensione.

Le ninfe giocano con Pan

Oh gli dei, gii dei! Gli esaltati di ARCADIA, i cui cimbali, sono i tuoni e le brillanti spade i fulmini, coloro che un tempo regnavano con l'uomo con gioioso, potente, incanto. Oh, Giove, giudice di tutte le cose! Quando tornerai ad ispirare giustizia nella mente degli uomini? Il mondo ha bisogno di ricoprirsi di una nuova maestosità, poiché i suoi vestiti sono decadenti la sua maestosità è stata detronizzata.

Il Credo che conteneva la nota del flauto del fauno, e la serenità del crepuscolo estivo, è svanito. Facevamo tesoro della musica dei venti che soffiava attraverso le porte del mondo, facevamo tesoro della lirica degli uccelli e delle correnti. Credevamo che la Bellezza era la gemma che incastonava tutte le cose, e che la Sapienza era il Fuoco che fluiva da questa pietra preziosa. Mantenevamo la ricchezza del sangue degli dei, in modo che scorresse attraverso le vene dell'uomo. Colui che suonava la lira con mani abili, e colui che scolpiva il marmo estraevano la bellezza, e coloro che esprimevano fiamme e parole di sogno, erano i Principi di ARCADIA.

Quella fu una grande Era, e adesso di lei ne rimane soltanto l'eco, solamente una nota sussurrata rimane attraverso le tenebre, sussurro che gli uccelli, i venti, il sognatore, occasionalmente odono. Il petalo d'inverno marcisce, e l'anima si ricopre d'argento come la testa. L'uomo invecchia ma senza speranza di Primavera. La Bellezza è rinchiusa nel marmo intrappolata, la musica che dormiva nella tremolante lira, non più viene risvegliata, e la sapienza accumulata nel lirico non trova più espressione.

Perché gli occhi sono carenti di vista chiara, le mani sono carenti di tenerezza, e le menti non hanno profondità. Più e più oscuri si sono fatti gli anni che hanno coperto di ombra lo Spinto della gente sino a che i loro sentimenti e pensieri sono divenuti grigi. Le loro spalle si sono piegate, i loro sensi si sono rallentati, e le loro voci sono diventate rauche ed incerte come quelle dei vecchi, i ricordi dell'uomo sono vaghi e dimenticati, quando ci rivolgiamo a questi, essi sono per noi senza comprensione. Alcune volte ho colpito il mio scudo al nascere di qualcosa di grande; ma non sono stato udito e questi grandi doni spesso infine muoiono.

A volte Mercurio pone una corona sulla fronte: dei suoi favoriti, ma loro lo colpiscono lapidandolo, e quando Giove pose una spada nelle mani del suo servo, loro lo burlarono e negarono i suoi insegnamenti. Disse Apollo lamentandosi: " Ho vagato per le rovine di ARCADIA, la terra che ha donato i primi frutti al mondo, e ho visto che la Primavera e la Rosa sono marcite. Le statue di marmo sono cadute, e la lira di Orfeo giace rotta sul pavimento del tempio. Ah! La Bellezza non risplende più, ed ha abbandonato i nostri templi, la polvere ricopre i nostri altari. La sua grazia è volata via, precipitando come un fiore.

Sandro Botticelli, La Primavera, 1482

Bello, come la mattina sopra le acque, era l'uomo, e adesso il suo cuore ed i suoi capelli si sono ingrigiti. Non erano forse i nostri templi belli abbastanza per lui ? I nostri orti non davano frutti ? Il nostro mondo non era sublime ?" Minerva non parlava, e Giovanni attese.

Lei riprese con un altro tono di voce, " Nel percorrere la città con me hai visto il degrado dei suoi abitanti. Coloro nel cui cuore una volta la bellezza palpitava, sono ora i pezzenti ed i perseguitati. Gli egoisti insensibili che non conoscevano l'ispirazione palpitante dell'arte, venivano applauditi. Uomini che un tempo erano umani, sono divenuti automi.

Noi, che un tempo li governammo, ci siamo nascosti a loro, ma quando noi sparimmo i Regni incantati sparirono con noi, abbiamo tessuto un velo sul cammino della Magia, tristemente, serrammo i Portali al Meraviglioso. Ma, al nostro scomparire l'uomo creò altri dei. L'uomo adora un eroe, una donna, una macchina, un sogno, ma tutto ciò che adora non è che un eco lontano del suo splendore antico. Questo è ciò che deve recuperare prima che noi possiamo rivelarci a lui."

Minerva tacque e sollevò un dito di avvertimento quando Giovanni stava per parlare. " Taci, ed ascolta, non senti un canto remoto e selvaggio?" Giovanni appena respirava cercando d'ascoltare, e per qualche secondo vi fu il silenzio totale. Dopo udì, ma era cosi lontano che lo credette frutto della sua immaginazione. Prontamente, avvolgendolo, giunse al suo udito una musica molte dolce che esprimeva abbandono e disperazione. Giovanni quasi pianse. Evocò in lui immagini di montagne dalle cime fredde, uragani, e torrenti di acqua spumeggiante. Era un canto che rischiarava la mente, come se il cervello si dilatasse in luogo ampio, nel quale galleggiavano ninfee.

Con il canto giunse la sensazione di Bellezza, e di cose Pure, e Giovanni si senti trascinato da una tempesta di freschezza e follia pagana, sino a che tutto il suo corpo si senti rinfrescato e pulito. Le voci si spensero cosi, rapidamente, come si erano manifestate, lasciando dietro di sé solo un melodioso eco ed un intenso dispiacere di non poterlo udire più. Dopo qualche istante di silenzio, una. voce pacata mormorò: " Oh, come cantavano bene! Che dolore non udire più! Chi sono coloro che cantavano ?" La dea rispose " Sono gli elfi, che si lamentano per la tristezza di questo mondo.

Leptis Magna (Libia): Antico tempio dedicato alle ninfe

Un melanconico silenzio si posò tra di loro, mentre Giovanni ancora ascoltava i fuggenti accordi che con spettrale insistenza ancora lo tormentavano. Di nuovo Minerva continuò; " Loro piangono perché ci siamo occultati e l'uomo ha perduto la sua libertà.

Ma quando ARCADIA tornerà libera, e lo Spirito dell'uomo sarà sciolto, la Bellezza nuovamente rivelata, e non più beffeggiata, la ispirazione si risveglierà in lui come un aurora. L'alba rivelerà cose più belle della Luce, ed il tramonto, cose più gioiose dell'Amore.

Le dimenticate maestosità che dormono nella quiete si risveglieranno e avvolgeranno l'uomo, faranno nascere nel suo sguardo una Luce esaltante. Perché lui sarà ricco come la vegetazione primaverile, questo succederà solamente quando sarà libero dalla materia della sua macchina. Libero dalle oppressioni di questo Regno, che hanno legato la sua divinità, e ritorni alla semplicità della Natura.

La sua nuova Sapienza sarà più nobile di quella precedente, perché sarà molto più prudente, come lo è la Sapienza che emana dalla fronte degli dei." Allora la voce di Minerva si elevò, e la sua tonalità argentina si fece d'oro. Allora l'uomo sarà avvolto dalla nostra meditazione, le sue orme calcheranno le nostre Sale di Cristallo e camminerà' per i nostri Giardini di Fuoco. Allora le tempeste s'inchineranno davanti a lui, e lui dominerà i palpitanti fulmini, scioglierà i venti, trasformandoli in tappeti per i suoi piedi. Il battito dell''Universo pulserà nel suo cuore, e conoscerà i segreti delle stelle e dei fiori.

Questa è la promessa che vi faccio, per quando arriverà il momento in cui l'uomo getterà lontano la sua età arruginita, ritornando giovane e pulito.

 

(racconto tratto dal libro: "Dioses Atomicos" - Edizione KIER - Argentina)

 

 
 
 

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