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Iside e i suoi amanti
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News Marzo 2006
(15/03/2006)

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C’è un iniziato, gli hanno detto di non aspettarsi nulla di eclatante, non è una via col botto, nessun fenomeno, nessun trofeo magico che rinforzi ed esalti il suo cammino; e lui fiducioso percorre la sua strada, studia, lavora, partecipa, ed osserva se stesso.

Certi piccoli cambiamenti arrivano, ma come potrebbero arrivare nella sequenza di esperienze di ogni uomo normale, nulla che possa logicamente rafforzare l’idea di essere sulla strada giusta.

Un giorno, però si accorge di aver concentrato tutte le sue forze, tutti i suoi interessi su un obiettivo, nulla lo distrae, nessun piacere, nessun desiderio, una volontà ferma in direzione di.

E’ una volontà non manifesta, senza imposizione di dottrina, senza pathos, sgorga dal profondo, non è frutto della mente, per dirla come don Juan, è un intento.
Che novità è questa? Mai era riuscito ad imporsi tanta sobrietà e tanta determinazione; curioso si osserva nello specchio nero, ma i contorni sono sfocati, la sua immagine non è più chiara, il fondo nero riassorbe la sua familiare immagine.

E’ un attimo, un lampo, e prende coscienza che tutto ciò che lo ha accompagnato come immagine di sé sta scomparendo. Pregi e difetti, buono e cattivo svanisce in nebbia, tutto ciò che ha determinato la sua forma, la percezione che gli altri hanno di lui, generosità, simpatia od altro, e, in un infinito gioco di specchi, attraverso gli occhi degli altri la percezione di se stesso.

Nessun compiacimento del buono o del cattivo riflesso nell’occhio del fratello a confortare l’eterna insicurezza.

L’apprezzamento altrui su cui ha fondato il giudizio di se stesso perde ogni importanza, tutte le impalcature egoiche che ne hanno determinato la forma decadono, è un momento di angoscia profonda, lanciato nella direzione del suo intento, solo, cammina sull’orlo di un abisso oscuro.

E qui Ermes, ponte fra cielo e terra, gli corre in soccorso, con i suoi lampi illumina i tanti simboli e miti studiati, catalogati, ma mai intimamente capiti.

Solo ora comprende come, chi ha mangiato del frutto dell’albero, si senta improvvisamente nudo, chi potrà mai accettare la sua completa amoralità, ecco il bisogno della foglia di fico, mimetizzarsi per continuare il suo cammino, nulla risulta più odioso della libertà.

Libertà dal peccato, libertà dal giudizio, libertà di non essere amato, libertà di non amare un’unica piccola porzione di umanità, libertà di amarla tutta questa umanità, che senza intenzione, percorrendo le infinite strade dell’amore e dell’odio perpetua l’azione della Volontà Unica, che si manifesta nell’infinita esperienza della Creazione.

Il tempo di prendere atto della solitudine oscura che lo circonda e riprendere il suo cammino, in fondo non gli importa un gran che del suo destino, si sente leggero, senza paura, libero di andare dove più gli aggrada, libero di assaggiare, di sperimentare, libero.

Unici compagni: Ermes che squarcia il buio con improvvise intuizioni, ed Iside che ciclicamente illumina pallidamente il buio del suo inconscio, ma peggio, anche l’intimità profonda delle persone che incontra. Terribile destino conoscere le angosce altrui e non avere linguaggio adeguato per poterle aiutare, accettare la propria impotenza è scoperta dolorosa, l’unico aiuto è la compassione, accettazione della diversità dei percorsi individuali come manifestazione del divino.

Ma Iside è compagna pericolosa, la sua è luce debole che tra le ombre  prende mille forme, è plastica, dà corpo e immagine ai mille mostri che si annidano nell’inconscio.

E’ uno squarcio sulla corrente astrale che raccoglie tutti i pensieri, angosce, desideri, mostri dell’intera umanità passata e presente.

L’iniziato dovrà imparare a guardare in quello squarcio con la coda dell’occhio, con sobria curiosità, fissando la propria volontà, il proprio intento, quello è mondo che ammalia, seduce, dà illusione di conoscenza e preveggenza, illude di comunicare con altri mondi, ma non dà mai certezze. Guai a chi si tuffa in quella corrente, è ben difficile ritrovare la strada, più facile la perdita della ragione.

Con questi bei compagni, un ladro e un’incantatrice, percorre la spirale ascendente della conoscenza, buon viaggio.


Horus

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