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Solstizio d'Estate
(15/06/2005)

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Le feste solstiziali, quella d'inverno, come quella imminente estiva, sono considerate delle “porte”, ovvero dei passaggi ciclici che si ripetono ogni anno e simbolizzano l'entrata in “mondi” diversi.

Con il Solstizio d'Estate, denominato “Porta degli Uomini” si entra nel mondo della genesi e della manifestazione. Non a caso infatti ci troviamo all'inizio dell'estate, periodo in cui la natura manifesta la massima espressione di sé stessa e il Sole si trova a sud dell'equatore.

Ma è importante sottolineare come nel simbolismo greco-latino, le porte solstiziali siano rappresentate dal dio Giano bifronte, con due teste appunto. Questo perchè il solstizio d'estate, evidenzia da un lato il punto massimo (zenith) del Sole nel suo cammino sulla volta celeste, ma, dall'altro lato, è anche il punto d'inizio della sua fase discendente (così come il solstizio d'inverno sottolinea l'inizio della sua fase ascendente).

Se poi guardiamo l'etimologia del nome Giano: Ianus deriva dalla radice indo-europea y-a, da cui il sanscrito yana (via) e il latino ianua (porta). Il dio Giano diviene allora “Colui che conduce da uno stato all'altro, e dunque anche l'Iniziatore”.

“Nel cristianesimo Giano viene interpretato come l'immagine profetica del Cristo, Via e Signore dell'Eternità”.

Nel tempo poi le due feste solstiziali sarebbero diventate quelle dei due Giovanni: il Battista per il Solstizio d'Estate e l'Evangelista per quello d'Inverno, cosa intuibile anche per la somiglianza fonetica fra i due termini Ianus e Iohannes.

Infine se andiamo a vedere l'etimologia del nome Giovanni troviamo che deriva dall'ebraico Jehôhanan, composto da Jahweh, Dio, e da hanan, che ha un duplice significato di “misericordia” e “lode”. E potremmo continuare all'infinito a trovare attinenze e analogie per spiegare il senso di questa “porta”.

Ma a volte è bene lasciare da parte questo “sapere saputo” e imparare a leggere il libro della natura scritto da Dio e non dagli uomini.

Con il Solstizio d'Estate entriamo nell'elemento dell'acqua.

Gli antichi celebravano l'Agape d'acqua, il pranzo rituale, all'insegna dell'espressione dell'interiorità dell'uomo che, proprio come un liquido, si riversa all'esterno mostrando cosa sia maturato durante l'inverno e poi la primavera.

Si entra nel segno del Cancro (segno d'acqua).

Si raccolgono i frutti del lavoro interiore svolto in precedenza, proprio come gli alberi mostrano i propri e quanto più si è lavorato su sé stessi, in senso spirituale, tanto migliori e succosi essi saranno.

Le scuole iniziatiche, non a caso, chiudono per il periodo estivo, perché non è più tempo di lavorare dentro, ma occorre mostrare i propri “talenti”, un po' come le lacrime (acqua) che sgorgano dagli occhi ed esprimono cosa si ha nella propria interiorità.

Il nostro augurio per questi tempi è quello di riuscire a tornare a regolarsi con la natura, con i suoi ritmi instancabili, e di riuscire a cogliere il suo insegnamento per ogni atto della nostra vita.

Spesso le cose comprese col cuore incidono dentro di noi ben più di quelle apprese solo con il cervello.

Buon passaggio per la “porta degli uomini” a tutti.


Merak

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