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NEWS Febbraio 2005
(15/02/2005)

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Un amico giornalista, che scrive su un giornale nazionale, mi ha detto di avere un forte ritorno di pubblico (sotto forma di mail di risposta) quando nei suoi articoli riesce a parlare, se pur velatamente o con brevi accenni, di temi esistenziali o comunque quando riesce con la sua penna a far vibrare in maniera quasi impercettibile quelle note personali e riflessive che riguardano il senso della vita, la memoria, la spiritualità. A volte quando prova ad essere invece più esplicito, la reazione è molto più attenuata se non, addirittura, nulla.

Finché si rimane in superficie non ci sono pericoli e qualche accenno è consentito, ma non appena si prova a scendere un po' più verso il fondo, la paura dell'ignoto, il buco nero, prende il sopravvento e si preferisce non guardare, non vedere e non sentire. L'evidenza di tutto questo è che quando si toccano temi “scottanti”, e non bene affrontati da sé stessi, la risposta è sovente quella di rifiuto e di diniego. Non è sempre facile parlare di spiritualità o di morte quando non la si è ancora affrontata, né tantomeno accettata.

“Ciò che non si conosce si denigra”, insegna la storia, e i temi che in effetti trattiamo in questa rivista on line ruotano attorno alla conoscenza di se stessi e quindi di Dio, attorno alla comprensione delle “leggi” divine e quindi al senso della vita e, soprattutto, della morte.

Non sorprende dunque come certa Conoscenza sia osteggiata, squalificata e additata come frutto di “Sette” o di depauperazione culturale.

Ma il fatto è che questa Conoscenza, come la tramanda la Tradizione, aiuta l'uomo a capirsi, a vivere meglio nel mondo circostante, a dipendere solo da sé stesso e a liberarsi da preconcetti e legami mentali e coercitivi che lo fanno annaspare in un mare di incomprensioni e inconsapevolezza.

Solo chi riesce ad andare oltre l'evidenza quotidiana ed ha il coraggio, perché proprio di coraggio si parla, di guardarsi dentro per capirsi e capire il mondo attorno a sé ha la possibilità di accostarsi a concetti come la spiritualità o la morte e di com-prenderla davvero.

Non rimanendo in superficie ma immergendosi in sé stesso, nelle proprie acque emotive, l'uomo ha la possibilità di trovare quell'isola che non c'è dove approdano gli Heroi.

Nel suo articolo Alfredo Di Prinzio prova ad indicarci la via per giungere alla Casa del Padre utilizzando i simboli che la Tradizione mette a disposizione.

Nella rubrica delle Ricerche Esoteriche proviamo a toccare ancora una volta il tema del cammino iniziatico per una donna, poiché la Via è per tutti senza distinzioni e anche se molto di quello che è stato scritto per le donne è andato distrutto e nascosto, la Tradizione e la stessa fisiologia femminile possono aiutarci a ritrovare i segreti della Grande Opera al femminile.

La Tradizione insegna che un Maestro può catalizzare, velocizzare i nostri sforzi di evoluzione, ma mai sostituirsi a noi e nell'articolo sull'importanza del Maestro ribadiamo come la sua presenza si manifesti proprio quando il discepolo è pronto.

Infine, prosegue il racconto di Akenathon l'iniziato con i suoi insegnamenti senza tempo e, a proposito di maestri, tra i libri consigliati vogliamo evidenziare il testo “I nove volti di Cristo” che suggeriamo di leggere senza farsi troppe domande, ma lasciandosi trasportare dalle sue immagini suggestive.

Vi lasciamo con un augurio di forza e speranza per riuscire a cogliere il divino in ogni gesto quotidiano.

Merak

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